Butrinto

Arrivati alla soglia del parco, ci ritroviamo al centro di un paesaggio integro: colline boscose, una laguna interconnessa con il mare tramite il canale di Vivari, praterie umide e isolotti costieri – un mosaico naturale di oltre 8.600 ettari tutelati come Parco Nazionale, Parco Ramsar e Patrimonio UNESCO. Non è solo archeologia, ma un ambiente vivo dove si incontrano più di 1.200 specie vegetali e animali – con una quindicina in pericolo di estinzione.

Dalle origini a un crocevia di culture
Immaginando le nostre prime orme sulla collina, entriamo in un sito abitato sin dal periodo preistorico. La storia di Butrinto è quella di una continua stratificazione culturale: nella Grecia antica come colonia dei Chaoni, poi città romana coloniale nel 44 a.C., fino a diventare una sede episcopale nel V secolo d.C. Nei secoli successivi spicca sotto Bisanzio, passa agli Angioini, ai Veneziani e infine agli Ottomani: ogni conquista ha lasciato tracce visibili sulle mura, sulle fortificazioni e sull’impianto urbano. La vita prosegue fino al 19° secolo, quando Ali Pascià costruisce l’ultima fortezza sul canale di Vivari, testimone di un’epoca che volge al tramonto.

La visita, passo dopo passo

Entriamo nel teatro, uno dei monumenti greco‑epirotici meglio conservati: circa 1.500 posti scolpiti nella pietra, immersi nel verde. L’eco delle rappresentazioni antiche è ancora percepibile tra le gradinate.

Camminiamo lungo il foro romano -centro della vita civile, e osserviamo i resti dell’acquedotto che attraversava la laguna reclamando paludi per espandere la città a sud del canale (come fece Augusto).

Raggiungiamo il battistero tardoromano: il pavimento musivo circolare di 14,5 m di diametro, con pavoni, cervi e simboli cristiani, ci racconta di un incontro tra arte e spiritualità del VI secolo d.C. Un’opera costruita su un edificio termale o residenziale romano: l’adattamento del passato alle esigenze della fede è affascinante.

Visitiamo la basilica paleocristiana, ricostruita nel IX secolo con tre navate e abside poligonale, ancora leggibile nella pianta; e passeggiamo lungo le fortificazioni: l’evoluzione dalle mura ellenistiche a quelle bizantine e veneziane è una lezione di storia militare.

Attraversiamo il canale di Vivari: il passaggio tra laguna e mare è scenografico. L’acqua salmastra, le fortificazioni veneziane, la torre ottomana di Ali Pascià e le attività di pesca tradizionale formano un quadro che lega natura, storia ed economia locale.

Tra natura e tutela sostenibile
Osservando gli specchi d’acqua, le rive paludose e le foreste circostanti, percepiamo la biodiversità che convive con l’eredità culturale. Il lago è una zona umida internazionale (Ramsar), vitale per specie migratorie e marine, nonché sede di molluschicoltura locale.

Il sito, dichiarato Patrimonio dell’Umanità nel 1992 e poi Parco Nazionale nel 2000, uscì dalla lista dei patrimoni in pericolo nel 2005 grazie a un modello di gestione condivisa con comunità locali, UNESCO, istituzioni e fondazioni internazionali.

Oggi è in vigore un piano di gestione integrata 2020‑2030 che punta a conciliare l’accessibilità con la tutela ambientale e culturale. È prevista la costruzione di un centro visitatori panoramico sul Vivari per orientare e coinvolgere la comunità, senza compromettere i valori propri del sito. L’UNESCO ha tuttavia avvisato sulle difficoltà legate alla gestione frammentata dei confini del sito: è essenziale evitare una governance confusa affinché Butrinto resti un esempio di tutela integrata.

Perché visitarlo oggi
Nel camminare tra rovine, vegetazione e panorami lacustri, capiamo che Butrinto è un microcosmo della storia mediterranea: dall’età preistorica fino al tardo Ottocento, ogni epoca lascia la sua impronta. Solo il 5% dell’area archeologica è esplorato sistematicamente, lasciando enormi margini per nuove scoperte. Soprattutto, capiamo che la storia di questa città non è una successione di eventi lontani, ma un dialogo continuo tra ambiente, cultura e comunità: chi lo visita comprende che la tutela culturale può essere dinamica, partecipata e inclusiva.

 

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