Centri storici di Berat e Argirocastro

Berat

Berat: storia millenaria e convivente
Entrando nella città di Berat, scopriamo un luogo che racconta 2.400 anni di storia, dalle origini illiriche alla moderna città ottomana. Ci immergiamo subito nell’imponente castello di Kala, un’opera che si sviluppa sul versante di una collina rocciosa: la struttura moderna risale al XIII secolo, ma le sue fondamenta raggiungono il IV secolo a.C.
Varcando le sue antiche mura, entriamo in un quartiere senza traffico, dove vivono ancora molte famiglie. Le chiese bizantine, datate tra il XIII e XIV secolo -come la chiesa della Santa Trinità, San Michele o Santa Maria di Blachernae, ci parlano dei secoli cristiani, mentre affreschi e iconostasi dipinti dalla scuola di Onufri -pittore e presbitero albanese, ci offrono un tuffo nell’arte religiosa medievale.
Scendendo verso il cuore della città, attraversiamo il quartiere di Mangalem, dove si alternano case su due piani con facciate in pietra e legno, i balconi sporgenti e ampie finestre decorative. Qui percepiamo la vivacità ottomana: forma estetica e funzionalità si incontrano nello spazio urbano, narrandoci vita da artigiani e mercanti.
Proseguiamo attraverso il ponte di Gorica del 1780, un arco in pietra che collega la riva sinistra al quartiere homonimo, riflettendo nel fiume Osum le facciate bianche delle case, creando quel celebre effetto “una finestra sopra l’altra” spesso citato dai visitatori.
Camminiamo tra botteghe da cui emerge ancora il suono della tradizione: metalli battuti, tessuti, spezie nei mercati di quartiere. Visitiamo il Museo Onufri, dove più di cento icone dipinte da Onufri e da altri artisti del XVI secolo ci offrono un’esperienza visiva intensa.

Argirocastro: la città di pietra e dei grandi edifici
Proseguiamo verso sud, attraversando paesaggi di montagne e vallate, fino a raggiungere Argirocastro, la “città di pietra”. Qui scopriamo case con massicce fondamenta in pietra, tetti in lose (lastre in pietra) tipiche, e vicoli acciottolati che compongono un paesaggio urbano che sembra scolpito su roccia.
Salendo verso il Castello, capiamo subito la sua importanza strategica: eretto su un masso elevato, è stato costruito in epoche diverse -forse già dal V secolo, ma consolidato tra XIII e XVIII secolo, e domina la vallata del Drinos. All’interno, visitiamo il Museo Nazionale delle Armi, dove si trova perfino un aereo T‑33 catturato nel 1957, segno della memoria storica comunista.
Scendiamo lungo le vie dei quartieri storici come Pazar i Vjetër, dove la continuità architettonica tra bazar ottomano e residenze è ancora evidente. Ci soffermiamo poi in alcune delle kule, le case-torre signorili: la Skendula, la Zekate, la Babameto. Ci accolgono interni decorati, soffitti intagliati, stanze pensate per l’ospitalità e la sicurezza di famiglie proprietarie nel XVIII–XIX secolo.
Restiamo affascinati anche dalla moschea del bazar, costruita nel 1757: un esempio di edificio religioso che ha resistito anche durante il regime comunista, quando molte moschee furono distrutte.

Cosa rende i due centri unici agli occhi dell’UNESCO
Percorrendo questi luoghi capiamo subito perché UNESCO li ha iscritti nei siti mondiali nel 2005 (Argirocastro) e nel 2008 (Berat). Il primo per testimoniare un modo di vita urbano balcanico, profondamente influenzato dall’Islam ottomano ma con radici cristiane, ormai quasi scomparso. Il secondo perché il loro tessuto urbano, le case vernacolari, i monumenti e le infrastrutture offrono un esempio ben conservato di città ottomana storica.
La loro bellezza sta anche nel fatto di essere città viventi, non semplici musei: le abitazioni ancora funzionanti, le botteghe come setacci di tradizioni, le celebrazioni religiose e culturali – come il festival folcloristico di Argirocastro che si tiene ogni quattro anni, ci parlano di continuità e resilienza.

Abbiamo percorso strade di pietra, attraversato ponti e cortili, avvertito l’eco di preghiere diverse conviventi e respirato il profumo delle botteghe artigiane. Abbiamo scoperto come Berat e Argirocastro siano più di monumenti: sono città palpitanti, custodi di storie millenarie, esempi architettonici di rara armonia culturale. In ogni angolo emerge un dettaglio che rivela un passato ricco e stratificato e il presente ci accoglie con autenticità e vita quotidiana, in una perfetta sintesi tra tradizione e contemporaneità.

 

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