Il monastero di Geghard

Un monastero tra le rocce: l’eredità di Geghard
Iniziamo la nostra visita al Monastero di Geghard, situato all’ingresso dell’Alta Valle dell’Azat, dove natura e spiritualità si fondono armoniosamente. Il complesso si distingue per una serie di chiese e tombe, molte delle quali scolpite direttamente nella roccia, testimoni del massimo splendore dell’architettura medievale armena.
Il paesaggio che lo circonda è dominato da ripide pareti rocciose sul lato nord, mentre una cinta muraria difensiva abbraccia il resto del sito.
Fin dai primi passi percepiamo la sacralità e la forza storica del luogo, sospeso tra la pietra e il cielo.

Dalle origini rupestri al capolavoro medievale
Ripercorriamo insieme le origini del monastero, fondato secondo la tradizione da San Gregorio l’Illuminatore all’inizio del IV secolo, subito dopo l’adozione del Cristianesimo come religione di stato in Armenia.
All’epoca, il sito era conosciuto come Ayrivank, il “Monastero nella Grotta”, proprio per la sua struttura scavata nella montagna. Il complesso come lo vediamo oggi risale in gran parte al XIII secolo e comprende una cattedrale, nartece, due chiese rupestri orientale e occidentale, tombe principesche della dinastia Proshyan, cappelle funerarie, celle monastiche e numerose khachkar, croci di pietra finemente scolpite.

Architettura sacra nella pietra
Osserviamo ora la Kathoghiké, la chiesa principale, che presenta una pianta cruciforme inscritta in un quadrato, con una cupola centrale sorretta da archi a volta. All’interno notiamo numerose iscrizioni commemorative, mentre all’esterno la muratura spicca per la precisione dell’incastro delle pietre. La gavit, ovvero l’atrio d’ingresso, collega la chiesa principale alla prima chiesa rupestre, interamente scavata nella roccia prima del 1250.
Procedendo all’interno, ci imbattiamo nella tomba principesca (zhamatoun) e, attraverso essa, nella seconda chiesa rupestre edificata nel 1283.

Luoghi di preghiera e memoria nobiliare
Proseguiamo il percorso verso la seconda zhamatoun, raggiungibile tramite una scala esterna: qui riposano i principi Merik e Grigor. Nel XII e XIII secolo, il monastero fu anche fortificato da una cinta muraria, all’esterno della quale possiamo ancora osservare le celle dei monaci, scavate nella parete rocciosa, insieme a semplici oratori.
A ovest, fuori dalle mura, si erge la cappella di Santa Astvatsatsin, il monumento più antico conservato all’esterno del complesso, con iscrizioni databili al 1177 e 1181.

Un centro spirituale e culturale
Il Monastero di Geghard non fu soltanto un luogo di culto, ma anche un centro vitale di cultura medievale.
Qui trovarono sede una scuola, uno scriptorium, una biblioteca e numerose celle rupestri per il clero.
Camminando tra questi ambienti, possiamo immaginare gli studiosi del XIII secolo, come Mkhitar e Simeon Ayrivanetsi, intenti a trascrivere manoscritti. Il monastero custodiva preziose reliquie, tra cui la più venerata: la lancia che si dice abbia trafitto il fianco di Cristo, portata in Armenia dall’apostolo Taddeo e conservata qui per circa cinquecento anni. Ad essa si deve il nome attuale: Geghardavank, il Monastero della Lancia.

Testimonianza dell’arte armena
Geghard rappresenta un esempio eccezionale di architettura e decorazione monastica armena del Medioevo, e la sua influenza si è fatta sentire in tutta la regione. Il complesso conserva un’integrità straordinaria: da quando è stato inserito nella lista del patrimonio mondiale, non ha subito alterazioni sostanziali.
Tuttavia, la sua posizione in una zona sismica attiva, l’impatto del turismo, il rischio di frane e l’inquinamento ambientale costituiscono minacce costanti.

Conservazione tra autenticità e innovazione
Nonostante il tempo e le sfide ambientali, il monastero mantiene un’alta autenticità.
È ancora immerso nel suo paesaggio naturale, e le restaurazioni effettuate non ne hanno compromesso l’identità.
Un esempio è il restauro del muro crollato tra il 2006 e il 2007, ricostruito con i materiali originari.
Sono inoltre in corso interventi per l’isolamento delle aree rupestri e il consolidamento strutturale, per assicurarne la conservazione nel lungo periodo.

Tutela condivisa e partecipata
La gestione del sito è affidata alla Chiesa Apostolica Armena, ma la sua protezione è garantita anche da un articolato sistema legislativo nazionale. Il Ministero della Cultura, la Chiesa, esperti del settore e associazioni di tutela collaborano attivamente alla salvaguardia del complesso. I temi legati alla conservazione vengono discussi in appositi consigli tecnici. Inoltre, lo Stato armeno monitora regolarmente le condizioni strutturali del sito e ne tutela l’area di rispetto attraverso un’agenzia specifica. Il sostegno finanziario proviene da fondi pubblici, attività economiche e donazioni private, segno dell’ampia partecipazione alla custodia di questo luogo straordinario.

Need Help?
Grazie di essere qui!

Abbi pazienza

La versione precedente del sito resisteva on-line da diversi lustri, da pochi giorni La Compagnia del Relax ha una nuova livrea aggiornata e funzionale.
Al momento è ancora disordinata, come per magia sono tornati on-line viaggi con vecchie date e altre amenità.
Col tempo migliorerà tutto!
Foto, calendario partenze, newsletter, link, un lavoro 
immane per mettere on-line il mezzo migliaio di pagine che comporranno il sito.
Il meccanismo però è lo stesso: ci sono i temi di viaggio e le destinazioni, se non trovi qualcosa che cerchi, scrivimi!
P.s. Non trovi il box della Privacy ma puoi navigare in tranquillità perché non raccolgo i cookies e non uso olio di palma ;)