Casba di Algeri
Un tesoro mediterraneo che vive

Immaginiamo di camminare insieme tra vicoli ripidi e case bianche che scendono verso il mare: benvenuti nella Casba di Algeri, un quartiere vivo, stratificato, affascinante, capace di raccontare secoli di storie incrociate.

Origini antiche e stratificazione storica
La Casba sorge su uno dei luoghi più splendidi del Mediterraneo: una collina che domina la costa e le isole dove, nel IV secolo a.C., fu fondato un emporio cartaginese. Dal VI secolo a.C. fu abitata da Fenici, e poi ha visto svilupparsi l’urbanistica tipica delle città islamiche, consolidata durante il periodo ottomano (dal XVI secolo).

Durante il dominio francese (iniziato nel 1830) la Casba cambiò volto: demolizioni, introduzione di nuovi stili architettonici, strade e piazze coloniali che entrarono dentro o attorno alla città vecchia, alterando parte dell’assetto tradizionale.

Architettura, urbanistica e vita quotidiana
Camminando per le sue viuzze scoscese, ci accorgiamo che la Casba è un esempio vivente di cosa significhi adattarsi al paesaggio: le strade salgono e scendono, sono strette, spesso con scalini; le case condividono muri vicini, si affacciano poco sulla strada, ma al loro interno custodiscono cortili, pozzi, stanze che dialogano più con la vita domestica che con la strada esterna. Le abitazioni sono costruite con materiali locali: pietra, mattoni al sole, legno delle montagne vicine.

Nel cuore della Casba, svolgevano un ruolo fondamentale la moschea grande, la madrasa, l’hammam e il suq -il mercato. Quest’ultimo era organizzato in modo gerarchico: i prodotti più preziosi vicino al centro religioso, quelli di uso quotidiano disposti man mano che ci si allontanava. Ogni quartiere (hawma) aveva la sua piccola moschea, la scuola e l’hammam: è una città fatta di aggregati umani, di quartieri-piccole comunità.

Valore universale e riconoscimento UNESCO
Perché la Casba è Patrimonio dell’Umanità (dal 1992)? Perché non è solo un monumento fermo nel tempo, ma una forma urbana che ha esercitato influenza su molte città del Maghreb, su Andalusia e anche sull’Africa subsahariana nei secoli XVI e XVII. Rappresenta una sintesi di tradizione musulmana mediterranea, con culture diverse che si sono mescolate: l’architettura, l’uso dello spazio, i rituali quotidiani, le tecniche costruttive.

Nonostante terremoti antichi, pressioni urbane, degrado, la Casba conserva la sua autenticità: materiali originali, forma urbana, funzione residenziale continua.

Sfide del presente e speranze per il futuro
Viviamo la cittadella oggi come un tessuto vivo ma fragile. Molte costruzioni sono in stato di abbandono; l’urbanizzazione incontrollata e la densità abitativa mettono a rischio l’integrità del quartiere.

Ma ci sono progetti concreti di restauro, di valorizzazione che intendono usare tecniche tradizionali unite a tecnologie moderne (rilievi laser, monitoraggio strutturale) per preservare il carattere autentico senza trasformarlo in museo statico.

Lo Stato algerino ha riaffermato di recente l’interesse reale per la Casba, non solo come luogo storico ma come risorsa culturale, sociale e turistica. 

Un invito a perdersi
La Casba non è fatta per itinerari ordinati e guide che ti conducono passo dopo passo. È un luogo che va percorso con lentezza, incuriositi dalla sorpresa dietro ogni angolo: una moschea nascosta, un palazzo dimenticato, un cortile silenzioso, un profumo di spezie, il suono del Corano, delle voci, delle risate. È immersiva, è viva, è un ricamo storico che continua a vivere nel presente.

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