Complesso storico di Spalato con il Palazzo di Diocleziano

Immaginiamoci per un attimo nell’anno 305, al termine di una carriera segnata da potere assoluto, sacrifici e visioni politiche grandiose: l’imperatore Diocleziano decide che è tempo di dimettersi dal trono. Per farlo con degna solennità, si fa costruire un palazzo che non sia solo una residenza, ma un microcosmo del suo mondo: casa, fortezza, città, monumento. Tra il 295 e il 305 d.C. sorge questo complesso nel luogo che oggi è Spalato; un palcoscenico d’imperiale ritiro ma anche un capolavoro architettonico che fonda sicurezza, lusso e spiritualità. 

Diocleziano visse qui fino al 313; la sua idea era un posto autonomo, quasi sacro: il mausoleo lo attendeva fin dall’inizio.

Architettura che incanta
Quando entriamo nel palazzo, ci accorgiamo subito che non è solo una dimora, ma una città in miniatura. La struttura riprende il modello classico degli accampamenti militari romani: due assi principali (cardo e decumano) si incrociano al centro, da lì si diramano vie interne, mura alte, torrioni. L’area complessiva copre circa 3–4 ettari e le mura originali misuravano all’incirca 215 metri a nord-sud e 175-181 metri da est a ovest. Le mura, robuste, erano alte fino a 22 metri sul lato del mare e spesse quasi 2 metri.

Ci sono quattro porte principali che permettevano l’accesso: la Porta Aurea a nord, la Porta Argentea a est, la Porta Ferrea a ovest e la Porta Aenea (o porta Bronzea) verso sud, affacciata sul mare. La porta meridionale era quella che dava direttamente al mare: in origine il palazzo era costruito così vicino all’acqua che le barche potevano attraccare direttamente.

I quartieri interni: vita pubblica, cerimonie e sfera privata
Camminando per il complesso, arriviamo al Peristilio, la piazza cerimoniale centrale. È uno dei luoghi meglio conservati: colonne che sorreggono archi, loggiati, il gioco di luci che filtra tra le pietre. Qui venivano svolte le cerimonie ufficiali, e qui Diocleziano si mostrava al popolo nei momenti solenni.

Dal peristilio si passa al Vestibolo, un ambiente circolare coperto da cupola, che fungeva da anticamera agli appartamenti imperiali. Le stanze private dell’imperatore si affacciavano sul mare, con loggiati, archi e finestre che si spalancavano sul panorama.

A occidente, accanto al peristilio, sorgeva il Tempio di Giove, ora trasformato in battistero. A oriente, le colonne ottagonali del mausoleo imperiale, anch’esso trasformato poi in cattedrale, testimoniano la continuità tra paganesimo e cristianesimo, tra passato imperiale e presenza viva nella Spalato medievale e odierna.

Trasformazioni nel tempo
Nonostante le guerre, le invasioni e i mutamenti religiosi, il palazzo non è mai stato un monumento morto: dopo che Salona fu distrutta dagli Avari e dagli Slavi nel VII secolo, molti fuggiaschi trovarono rifugio fra queste mura, trasformandolo in città abitata. Strade, case, chiese: tutto si mescolò, le stanze imperiali ospitarono abitazioni, botteghe, comunità quotidiane.

Il mausoleo di Diocleziano divenne la Cattedrale di San Domnius, con un campanile imponente eretto nei secoli XIII-XVI; le trasformazioni cristiane furono decisive per la sua conservazione.

Oggi viviamo fra queste pietre: circa 3.000 persone abitano ancora l’area del palazzo; ci sono negozi, bar, ristoranti, botteghe. Il palazzo è un museo vivente, dove il passato millenario convive con il presente.

Curiosità e dettagli che sorprendono
Molte delle pietre decorative, dei marmi e delle colonne vennero da luoghi lontani oltre i confini dell’impero. Da Brazza arrivano le pietre più chiare mentre metalli e marmi dal Mediterraneo, dalla Grecia e dall’Egitto.

Nel sottosuolo (le cosiddette substructures o cantine) si trovano ambienti molto ben conservati: erano gli elementi strutturali che sorreggevano l’appartamento imperiale; permettevano anche di mantenere stabile la temperatura interna, di supportare il peso delle parti superiori, e oggi sono un luogo affascinante, misterioso, che ci fa capire come Roma adottava tecnica e funzionalità.

Il palazzo è anche straordinario perché è uno dei pochi esempi di architettura romana tardo-imperiale conservatosi quasi intatto, pur con stratificazioni medievali, rinascimentali, barocche, che non ne hanno cancellato l’essenza.

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