Gelati
Un capolavoro dell’architettura ortodossa medievale
Mentre risaliamo i pendii meridionali delle montagne del Caucaso settentrionale, ci troviamo davanti al Monastero di Gelati, immerso nel verde sopra il fiume Tskaltsitela, vicino all’antica capitale Kutaisi. Questo luogo racconta l’età d’oro della Georgia medievale, un’epoca di prosperità politica e culturale, che fiorì tra i regni di Davide IV
“il Costruttore” e della regina Tamar. Fu proprio Davide a voler fondare il monastero nel 1106, scegliendo questo colle boscoso come simbolo della rinascita spirituale e culturale del suo regno. La chiesa principale fu completata nel 1130, sotto il regno del figlio Demetré, mentre altri edifici religiosi vennero aggiunti nei secoli successivi, tra il XIII e l’inizio del XIV.
Un’armonia tra pietra, pittura e paesaggio
Camminando tra gli edifici, notiamo subito la qualità architettonica che distingue Gelati: grandi blocchi di pietra perfettamente lavorati, proporzioni equilibrate, archi ciechi decorativi e uno spazio interno chiaro e ben definito.
Le pareti ci parlano attraverso affreschi che vanno dal XII al XVII secolo e una preziosa mosaico absidale del XII secolo che raffigura la Vergine con il Bambino tra due arcangeli. L’effetto complessivo è quello di un dialogo riuscito tra architettura, arte e paesaggio circostante, rimasto sorprendentemente intatto nei secoli.
Un faro di cultura e sapere
Gelati non fu solo un centro spirituale: fu anche una vera e propria accademia del sapere.
Re Davide vi riunì alcuni tra i più importanti intellettuali del tempo, come Giovanni Petritzi, filosofo neoplatonico noto per le sue traduzioni di Proclo, e Arsen Ikaltoeli, monaco e autore del Dogmatikon, influenzato dall’aristotelismo. Anche se non sappiamo con precisione dove fosse situato, il monastero ospitava uno scriptorium
in cui venivano copiati manoscritti, tra cui un celebre Vangelo miniato del XII secolo, oggi conservato nel Centro Nazionale dei Manoscritti.
Un monastero regale, simbolo di potere spirituale
Essendo un monastero reale, godeva di ricche donazioni e ampi possedimenti. Tra le opere d’arte che custodiva vi era l’icona della Vergine di Khakhuli, ornata in oro, oggi visibile al Museo Nazionale Georgiano.
Al suo apice, il monastero rappresentava uno dei centri più prestigiosi dell’ortodossia orientale, riflettendo il potere e il prestigio della Chiesa georgiana.
Un capolavoro dell’architettura ortodossa
Ci soffermiamo davanti alla chiesa principale, che rappresenta un modello perfetto del tipo architettonico
“a croce inscritta in quadrato”, molto diffuso nell’architettura ecclesiastica cristiana orientale fin dal VII secolo. Gelati è tra i più grandi monasteri ortodossi medievali, e ciò che lo distingue è la sua perfetta integrazione con l’ambiente naturale e una pianificazione complessiva estremamente razionale.
Il suo patrimonio artistico comprende il più vasto ciclo pittorico bizantino e post-bizantino della Georgia, con oltre 40 ritratti di sovrani, regine e figure religiose, e la più antica rappresentazione dei sette Concili Ecumenici.
Un sito integro e preziosamente conservato
Passeggiando all’interno del complesso, possiamo constatare che tutti gli edifici principali del XII e XIII secolo sono ancora presenti. Sebbene non tutte le strutture siano in condizioni ottimali, il complesso mantiene intatti gli elementi fondamentali che ne definiscono il valore universale. Anche il paesaggio circostante conserva l’antico legame con il monastero, nonostante qualche pressione legata allo sviluppo edilizio nelle zone limitrofe, che al momento risulta contenuta.
Autenticità e restauri consapevoli
La struttura architettonica, la disposizione degli spazi e la decorazione interna trasmettono ancora oggi l’autenticità originaria del luogo. Le pitture murali hanno subito un deterioramento nel tempo, ma grazie al restauro dei tetti e a interventi di conservazione mirati, la situazione è sotto controllo. L’edificio dell’Accademia, ad esempio, rimasto senza copertura fino al 1994, è stato ristrutturato nel 2009 con materiali reversibili, rispettando i criteri di autenticità.
Una gestione condivisa tra fede, cultura e territorio
La tutela di Gelati è affidata a un articolato sistema di leggi e istituzioni. Il monastero è protetto come Monumento di Interesse Nazionale sin dal periodo sovietico, e dal 2006 è registrato ufficialmente nel patrimonio culturale georgiano. La zona di protezione si è ampliata nel 2014 per includere il paesaggio circostante, mentre il patrimonio naturale è regolamentato da leggi ambientali specifiche. Ogni nuovo intervento deve essere approvato dagli organi competenti in materia di patrimonio culturale.
Un futuro tra spiritualità e accoglienza
Oggi il monastero è abitato da una comunità monastica che ne cura la gestione quotidiana. Gli interventi a lungo termine sono coordinati dall’Agenzia Nazionale per la Conservazione del Patrimonio della Georgia, con il supporto del Museo-Reserve Storico-Architettonico di Kutaisi. Un piano di gestione, redatto tra il 2017 e il 2021, mira a conciliare la conservazione, il turismo e la rinascita della vita monastica. Tuttavia, per essere pienamente operativo, necessita ancora di un comitato di gestione ufficiale e della definizione chiara dei ruoli istituzionali coinvolti.