Svaneti
Un paesaggio scolpito dall’isolamento
Ci troviamo nell’Alto Svaneti, una regione montana della Georgia preservata nei secoli grazie al suo isolamento geografico. Passeggiando tra queste valli alpine, attraversate dai torrenti del bacino del fiume Inguri, possiamo osservare come il paesaggio naturale si fonde armoniosamente con i villaggi medievali che sembrano sospesi nel tempo. Le case-torri, elementi dominanti di ogni insediamento, ci raccontano una storia di difesa, vita quotidiana e comunità, incorniciata da gole profonde e cime innevate.
Un villaggio che racconta il Medioevo
Arrivando a Chazhashi, nel cuore della comunità di Ushguli, ci sorprende la densità di torri medievali che ancora oggi punteggiano il paesaggio: ne contiamo più di duecento, affiancate da chiese e rovine di castelli.
Camminiamo lungo stradine che ci parlano di antichi usi del suolo e di un modo di abitare in perfetto equilibrio con la natura circostante. Le torri svan conservano tratti costruttivi antichissimi: costituite da tre-cinque piani, con mura che si assottigliano verso l’alto, e si sviluppano accanto a case a due piani dove uomini e animali condividevano gli spazi. Un corridoio isolante collega l’abitazione alla torre, che serviva anche come rifugio contro le incursioni nemiche.
Architettura e arte tra pietra e affreschi
Non visitiamo soltanto un villaggio, ma un insieme vivente di testimonianze artistiche e religiose.
Le pitture murali che troviamo nelle chiese sono straordinari esempi della pittura rinascimentale georgiana.
Ogni elemento architettonico che incontriamo – dalle abitazioni alle strutture ecclesiastiche – conserva ancora oggi la funzione originaria e il suo legame con l’ambiente naturale, mantenendo intatta l’autenticità del sito.
Valore universale in un equilibrio fragile
L’Alto Svaneti è stato riconosciuto per il suo eccezionale valore universale, sia per la qualità del paesaggio culturale sia per l’integrità delle sue strutture medievali. Le caratteristiche architettoniche, i modelli insediativi e l’uso tradizionale del territorio sono rimasti pressoché invariati. La nostra visita è un’immersione autentica in un paesaggio che riflette profondamente la relazione secolare tra uomo e natura.
Tradizioni vive e memoria collettiva
Ogni parola scambiata con gli abitanti ci fa capire quanto la cultura Svan sia ancora viva: le tradizioni, i riti quotidiani, il folklore e la lingua rappresentano un patrimonio intangibile che si è preservato anche grazie alla durezza dell’ambiente. L’inverno lungo e l’accesso difficile rendono difficile ogni cambiamento, ma sono proprio questi elementi a garantire la sopravvivenza dell’identità locale.
Protezione e sfide della conservazione
Il villaggio di Chazhashi è stato designato riserva museale già nel 1971. Attualmente, la protezione è garantita da una zona cuscinetto che limita le attività edilizie, e tutte le costruzioni della comunità di Ushguli sono considerate monumenti nazionali.
Tuttavia, scopriamo anche le sfide: l’assenza di un piano di gestione formale, le difficoltà di accesso in inverno e le risorse economiche limitate ostacolano un monitoraggio costante e adeguati interventi di restauro.
Una comunità custode del proprio passato
Durante il nostro percorso apprendiamo che la vera forza della conservazione qui è la popolazione locale.
Le strutture comunitarie tradizionali continuano a giocare un ruolo centrale nella tutela del patrimonio.
L’ICOMOS Georgia ha contribuito con ricerche multidisciplinari e progetti di restauro, specialmente a Chazhashi, ma è la comunità stessa che resta il fulcro di ogni iniziativa.