Città portoghese di Mazagan (El Jadida)
Una colonia sulla rotta delle Indie
Ci troviamo di fronte a una delle prime testimonianze dell’espansione portoghese in Africa: la città fortificata di Mazagan, oggi conosciuta come El Jadida. Fondata agli inizi del XVI secolo lungo la costa atlantica del Marocco, a circa 90 chilometri a sud di Casablanca, questa colonia era una tappa strategica lungo la rotta marittima verso l’India. Nel 1514, i fratelli Francisco e Diogo de Arruda costruirono la prima cittadella, che venne successivamente ampliata tra il 1541 e il 1548 grazie ai progetti dell’architetto italiano Benedetto da Ravenna, realizzati da Joao Ribeiro e Juan Castillo. Con la sua pianta a stella e le possenti mura inclinate, Mazagan si distingue fin da subito come esempio precoce di architettura rinascimentale militare adattata all’avvento delle armi da fuoco.
Un laboratorio di innovazione architettonica
Passeggiando lungo i bastioni e i fossati della cittadella, notiamo come questo sito sia uno dei primi luoghi dove i portoghesi sperimentarono nuove tecniche di fortificazione rinascimentale. La struttura è unica nel suo genere in Marocco, sia per la sua completezza che per il buon stato di conservazione.
A differenza di altri avamposti portoghesi, modificati nel tempo o andati in rovina, questa città ci mostra con chiarezza l’applicazione di un sapere tecnico e urbanistico europeo, reinterpretato e adattato al contesto nordafricano.
Dal declino alla rinascita
Dopo il ritiro dei portoghesi nel 1769, Mazagan venne abbandonata. Ma non fu la fine: nel corso del XIX secolo la città fu riabilitata e prese il nome di El Jadida, ovvero “La Nuova”. In questa fase si trasformò in un importante centro commerciale e in un crocevia culturale che accoglieva musulmani, ebrei e cristiani. La convivenza tra queste comunità diede alla città un’identità cosmopolita che ancora oggi possiamo percepire tra le sue strade e piazze.
Tracce visibili del passato
All’interno della cittadella, la trama urbana e gli edifici ci parlano di secoli di stratificazioni culturali.
Tra i monumenti più rappresentativi troviamo le mura difensive con i bastioni, la cisterna portoghese – un’opera architettonica sorprendente per la sua ingegnosità – e la Chiesa dell’Assunzione, esempio del tardo gotico e del cosiddetto stile “manuelino”, tipico dell’architettura portoghese del primo Cinquecento.
Ogni elemento ci aiuta a comprendere le influenze incrociate tra cultura europea e magrebina.
Un patrimonio riconosciuto e protetto
L’eccezionalità storica e architettonica di Mazagan è stata riconosciuta dall’UNESCO, che ha inserito il sito nella lista del Patrimonio Mondiale. Secondo i criteri selezionati, la città è un esempio straordinario di scambio culturale tra Europa e Marocco (XVI-XVIII secolo), nonché una delle prime applicazioni delle teorie urbanistiche rinascimentali in Africa occidentale. Le strutture sono rimaste sorprendentemente integre e armoniose, e la conformazione della città, che si affaccia sul porto, è un tratto distintivo che merita di essere tutelato con attenzione.
Autenticità viva e partecipazione collettiva
Durante la nostra visita notiamo come El Jadida non sia un sito archeologico statico, ma una città ancora viva, abitata, dove la popolazione locale partecipa attivamente alla conservazione del patrimonio.
Molti edifici storici sono stati restaurati e reintegrati nella vita cittadina, seguendo un programma coordinato dal Ministero della Cultura e dalle autorità locali.
Questa sinergia tra istituzioni e comunità è fondamentale per garantire la continuità storica del luogo.
Tutela e gestione per il futuro
La protezione della città è regolata da specifiche leggi per la conservazione del patrimonio.
L’area intorno all’antico fossato, oggi interrato, è stata dichiarata zona non edificabile per un raggio di 50 metri.
Dal 2004 sono state introdotte norme architettoniche per garantire che ogni intervento rispetti l’identità del sito.
I lavori di restauro sono continui e nel 2008 è stato avviato un importante progetto per liberare e valorizzare il fronte orientale delle mura. Il Centro di Studi del Patrimonio Marocco-Lusitano (CERPML) è l’ente incaricato della gestione, in collaborazione con numerosi partner.
Uno sguardo attento sull’equilibrio urbano
Infine, osserviamo quanto sia delicato il rapporto tra la città storica e quella moderna.
La protezione del paesaggio urbano, soprattutto nella zona che circonda El Jadida, richiede attenzione costante.
La coerenza tra il centro antico e l’espansione contemporanea è essenziale per mantenere l’equilibrio visivo e culturale del sito, evitando costruzioni invasive o fuori scala che possano compromettere il valore dell’insieme.