Medina di Fès

Alle radici della Medina
Ripercorriamo le origini della Medina di Fès, fondata tra il 789 e l’808 d.C. dalla dinastia Idriside.
Inizialmente divisa in due quartieri fortificati, separati dall’omonimo fiume, la città si è ampliata nel corso dei secoli.
Gli Almoravidi, nell’XI secolo, unificarono le due rive sotto un’unica cinta muraria.
Più tardi, sotto gli Almohadi, la città antica (Fez el-Bali) raggiunse le dimensioni che conosciamo oggi.
I Merinidi fondarono nel 1276 un nuovo quartiere, Fez Jedid, sede del palazzo reale, dei quartieri militari e residenziali. Entrambi i nuclei evolvono in armonia, dando vita a una grande metropoli islamica.

Architettura e cultura in simbiosi
Passeggiando tra le vie della medina, ammiriamo un mosaico architettonico sviluppatosi in oltre dieci secoli.
Le tecniche costruttive locali si fondono con influenze andaluse, orientali e africane.
Il tessuto urbano ospita moschee, madrase, palazzi, mura e fontane che testimoniano una società multiculturale. Ancora oggi, la Medina non è solo un insieme di monumenti, ma un luogo vivo, che tramanda uno stile di vita, competenze artigianali e tradizioni culturali in continuo rinnovamento.

Fès tra influenza e modello urbano
La Medina rappresenta un esempio influente di città del Mediterraneo orientale, che tra il XII e il XV secolo ha lasciato un’impronta decisiva nell’architettura e nella pianificazione urbana, dal Maghreb all’Andalusia fino all’Africa subsahariana. Fez Jedid fu concepita ispirandosi al modello urbano di Marrakesh, creando una continuità tra innovazione e tradizione.

Un insediamento umano originale
Osserviamo come la medina rappresenti una forma di insediamento tipicamente marocchina, sviluppatasi sin dai primi secoli dell’islamizzazione. Le sue viuzze, i suq affollati, i quartieri artigiani e religiosi testimoniano una struttura urbana che si è mantenuta nel tempo, riflettendo un rapporto profondo tra spazio, popolazione e cultura.

Una città rimasta intatta
La struttura urbana e le mura della Medina di Fès sono rimaste sorprendentemente integre.
Tuttavia, camminando nei suoi quartieri più affollati, notiamo i segni del degrado edilizio e della pressione demografica. Le aree circostanti, ancora libere da costruzioni, sono fondamentali per la percezione visiva della medina e devono essere protette da uno sviluppo urbano incontrollato.

Il valore delle tradizioni vive
La vitalità della Medina si riflette nella conservazione delle tecniche artigianali tradizionali, soprattutto nella costruzione e decorazione degli edifici. Il Ministero della Cultura lavora per garantire che tutti gli interventi rispettino l’autenticità del sito, anche se non senza difficoltà.

Un impegno continuo
La Medina è tutelata da normative locali e nazionali, con un piano di sviluppo adottato nel 2001 e rivisto ogni dieci anni. Questo strumento guida gli interventi urbani e coordina i progetti di restauro, in particolare per gli edifici a rischio e i monumenti più significativi. La gestione è affidata a un’agenzia dedicata, mentre la supervisione dei lavori spetta al Ministero della Cultura, in linea con gli standard internazionali di conservazione.

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