Medina di Tétouan (Titawin)
Sulle pendici del Jebel Dersa
Camminiamo lungo le antiche strade della Medina di Tétouan, adagiata sulle ripide pendici del Jebel Dersa.
Fin dall’VIII secolo, questo luogo fu un crocevia vitale tra il Marocco e l’Andalusia.
Dopo la Reconquista, la città fu ricostruita da profughi espulsi dalla Spagna, e ciò si riflette chiaramente nello stile architettonico e artistico che ci accompagna durante la visita, carico di suggestioni andaluse.
Pur essendo tra le medine marocchine più piccole, è senza dubbio una delle meglio conservate, quasi immune alle influenze moderne.
Una città fortificata, tra mura e vicoli
Attraversiamo una delle sette porte che si aprono sulle mura storiche, lunghe circa cinque chilometri, e ci immergiamo in un labirinto urbano dove le strade principali collegano le porte tra loro, sfociando in piazze, souk, moschee, zawayas e antichi funduq. A ogni angolo respiriamo una sapiente fusione tra la cultura marocchina e quella andalusa. Il tracciato urbano ci parla di un’organizzazione precisa: i quartieri artigianali e commerciali si distinguono nettamente dalle aree residenziali, accessibili attraverso passaggi più raccolti.
Un’eredità che ha lasciato il segno
Osserviamo da vicino come l’influenza andalusa abbia modellato l’arte monumentale, l’architettura e la pianificazione urbana. La Medina rappresenta un esempio notevole di città costiera fortificata del Mediterraneo, sviluppata tra il XVII e il XVIII secolo. La sua posizione strategica e il dialogo continuo tra la Penisola Iberica e l’interno del Marocco l’hanno resa un ponte tra due continenti e due mondi culturali: l’Europa e l’Africa, lo spirito arabo e quello spagnolo.
Un centro artistico vivo e aperto al mondo
Nel cuore della città, visitiamo la Dar Sanaa e l’Istituto Nazionale di Belle Arti, due istituzioni che testimoniano la continuità della tradizione artigianale e artistica di Tétouan. Questa vitalità creativa, radicata nella storia, oggi si apre anche al presente e al futuro, confermando la città come culla culturale di respiro internazionale.
Un patrimonio intatto
Passeggiando tra le strette viuzze, notiamo come l’assetto originario della Medina sia rimasto pressoché intatto.
Le mura, le porte e le torri fortificate risalgono al XVIII secolo e conservano materiali e forme originali.
Il tessuto urbano mantiene la sua logica interna, con una chiara gerarchia degli spazi e una netta distinzione tra funzioni pubbliche e private. Le abitazioni, i forni, le zawayas, i silos e le fontane storiche ci restituiscono la vita quotidiana di un tempo, nella loro forma autentica.
Una gestione condivisa per il futuro del sito
Parliamo infine di conservazione. Dal 1981, la Medina è tutelata da una legge specifica sul patrimonio culturale. Diversi enti—dal Ministero della Cultura alla municipalità, fino alle autorità regionali—collaborano per tutelarne l’integrità. Il piano urbanistico di Tétouan e quello regionale del Nord-Ovest pongono la riqualificazione della Medina tra le priorità assolute. Dal 2006, la creazione delle Direzioni Regionali per la Cultura ha rafforzato il legame tra tutela del patrimonio e sviluppo locale. La collaborazione con la Regione dell’Andalusia rafforza questo ponte tra passato e presente, tra Marocco e Spagna.