Elvas
Un baluardo tra due mondi
Sull’altopiano al confine tra Portogallo e Spagna, ci accoglie la cittadella fortificata di Elvas, incastonata tra colline dolci e corsi d’acqua. La sua posizione strategica, tra Lisbona e Madrid, ha reso questo luogo cruciale nei secoli, un vero e proprio scudo di pietra durante le guerre di confine.
Dal XVII al XIX secolo, Elvas si è trasformata nel più esteso sistema di fortificazioni a fossato asciutto al mondo, una macchina difensiva articolata e complessa, con forti disposti ad anello sulle alture circostanti per controllare il territorio e rispondere alle evoluzioni della guerra d’assedio.
L’acquedotto della resistenza
Raggiungiamo il maestoso acquedotto dell’Amoreira, che si estende per oltre sette chilometri con i suoi archi imponenti. Costruito tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, questo straordinario capolavoro di ingegneria garantiva l’approvvigionamento idrico durante gli assedi, rendendo Elvas capace di resistere a lungo senza cedere. Ancora oggi, le sue arcate scandiscono il paesaggio come un’antica spina dorsale di pietra che unisce la campagna alla città.
Un cuore militare con anima sacra
Camminando tra le mura, ci imbattiamo in un tessuto urbano che unisce caserme, magazzini e strutture religiose. Alcuni conventi furono trasformati in edifici militari, mentre altri mantennero la loro funzione originaria.
Elvas è composta da sette elementi principali: il centro storico, l’acquedotto, il Forte di Santa Luzia e il suo camminamento coperto, il Forte di Graça, e i tre fortini di São Mamede, São Pedro e São Domingos.
Questo insieme racconta secoli di trasformazioni, dalla cittadina medievale fortificata alla roccaforte moderna.
Architettura militare geometrica
La forza di Elvas risiede nella sua ingegneria difensiva. A partire dal 1643, la città fu circondata da una serie di dodici forti disposti in un poligono irregolare, adattato al profilo ondulato del territorio. I bastioni inclinati, circondati da fossati asciutti, controscarpe e ravelini, furono progettati dal gesuita olandese Cosmander, ispirato alle teorie geometriche di Samuel Marolois, Simon Stevin e Adam Fritach. Questi ingegneri diedero origine alla cosiddetta scuola olandese di fortificazione, che avrebbe influenzato l’Europa per generazioni. L’applicazione di principi geometrici a un terreno irregolare trasformò Elvas in un modello difensivo studiato ancora oggi.
Una lezione europea di strategia e ambizione
Osservando il sistema difensivo nella sua interezza, comprendiamo come Elvas racchiuda in sé le ambizioni territoriali del Portogallo del XVII secolo, in un’epoca segnata dalla ridefinizione degli equilibri europei. Le influenze francesi, italiane, inglesi e olandesi si fondono qui in un linguaggio architettonico militare che va oltre i confini nazionali.
Elvas diventa così simbolo del desiderio di autonomia e identità dei moderni Stati europei.
Conservazione e fragilità del paesaggio fortificato
Tutti gli elementi fondamentali per comprendere il valore del sito sono ancora presenti. Tuttavia, molte strutture risultano inaccessibili, chiuse per prevenire vandalismi o in parte invase dalla vegetazione.
Il Forte di Graça, in particolare, risente della sua posizione isolata. Lo sviluppo urbano e l’installazione di infrastrutture moderne, come antenne di comunicazione, rischiano di compromettere l’equilibrio visivo del sito.
È in corso la definizione di una zona cuscinetto più ampia per preservare queste prospettive storiche.
Memoria documentata e identità materiale
Possediamo un’ampia raccolta di planimetrie originali, rapporti militari, fotografie d’epoca e descrizioni che ci permettono di ricostruire fedelmente la storia e le trasformazioni del sito. Le strutture in pietra sono rimaste pressoché intatte dalla fine del loro utilizzo nel XIX secolo, e molti edifici religiosi o militari hanno conservato la loro funzione o sono stati riadattati con sensibilità. Tuttavia, il contesto circostante rimane esposto a interferenze moderne.
Verso una gestione condivisa
Nel 2012, l’intera area è stata dichiarata Monumento Nazionale e Zona di Protezione Speciale, con un controllo integrato nel Piano Regolatore Comunale. La gestione sarà affidata al Comune di Elvas, con il supporto del Ministero della Cultura. Un piano integrato – l’IMPFE – coordinerà la conservazione, la fruizione pubblica e il coinvolgimento delle comunità locali. Si punterà su attività educative, scientifiche e culturali per valorizzare questo patrimonio, includendo anche stakeholder privati. Il piano prevede anche un inventario completo delle strutture esistenti e linee guida per nuove costruzioni, affinché la memoria storica e la bellezza del sito non vengano compromesse.