Ragusa
Il cuore di pietra della Dalmazia

Appena varchiamo le imponenti mura di Ragusa –Dubrovnik, ci sembra di entrare in un’altra dimensione. Le torri, le porte d’accesso e il mare che lambisce le sue fondamenta ci raccontano una storia di indipendenza, ingegno e resilienza. L’antica Ragusa, fiorita tra il XIII e il XVII secolo, fu una repubblica marinara capace di mantenere la propria libertà anche quando intorno a lei gli imperi si scontravano. È straordinario pensare che, in un piccolo fazzoletto di terra, si sia sviluppata una città capace di rivaleggiare con Venezia in eleganza e potenza commerciale.

Lo splendore delle pietre bianche
Camminando lungo lo Stradun, l’ampio viale lastricato di pietra lucente che attraversa il cuore della città, ci lasciamo avvolgere dal ritmo lento dei passi e dal profumo del mare. Gli edifici, ricostruiti dopo il terribile terremoto del 1667, ci mostrano un’armonia architettonica che unisce sobrietà e magnificenza. Le case in pietra chiara, le finestre ad arco, i portali scolpiti con grazia rinascimentale ci fanno sentire parte di una scenografia sospesa nel tempo. Eppure, dietro la bellezza ordinata, percepiamo la forza di una città che ha saputo rinascere dalle macerie, riorganizzando se stessa con razionalità e gusto.

Cuore civile e spirito mercantile
Arriviamo nella piazza di Luža, dove si affacciano il Palazzo del Rettore e la Chiesa di San Biagio, patrono della città. È qui che batteva il cuore politico e religioso della Repubblica di Ragusa. Il Palazzo, con la sua facciata elegante e le colonne corinzie, ospitava il governo cittadino e rappresentava il simbolo di un equilibrio raro tra potere e libertà. Intorno, gli antichi edifici delle corporazioni e i magazzini portuali testimoniano un passato in cui le navi ragusee solcavano l’Adriatico e il Mediterraneo, commerciando spezie, tessuti e idee. Ragusa non fu mai soltanto una città: fu un laboratorio di diplomazia, dove la tolleranza religiosa e la sapienza giuridica erano considerate strumenti di pace e prosperità.

La città e il mare
Salendo verso le mura, che si estendono per quasi due chilometri, il panorama si apre sul mare e sui tetti color ocra. Da quassù comprendiamo la perfetta fusione tra città e natura: Ragusa è una fortezza che abbraccia il mare, ma anche una finestra aperta verso l’orizzonte. Ogni torre e bastione ci parla di un tempo in cui la difesa era una forma d’arte, e la città si proteggeva con la stessa cura con cui custodiva i suoi archivi, le sue leggi e i suoi ideali. Guardando verso Lacroma (isola di Lokrum), sentiamo il respiro dell’Adriatico, lo stesso che da secoli accompagna la vita di questa città luminosa.

Eredità di una Repubblica
Oggi, la città vecchia di Ragusa, iscritta nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, ci appare come un mirabile esempio di urbanistica medievale e rinascimentale sopravvissuta intatta. Ma al di là delle pietre e delle mura, Ragusa ci lascia un messaggio potente: quello di una comunità che ha saputo difendere la propria identità attraverso la cultura, la diplomazia e la bellezza. Mentre lasciamo le sue stradine lastricate, ci accompagna la sensazione di aver attraversato un luogo dove il passato continua a parlare con voce limpida e ferma, come il mare che da sempre accarezza le sue mura.

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