Hacı Bektaş-i Veli, filosofo e sant’uomo visionario

Hacı Bektaş-i Veli fu un grande filosofo mistico turco del XIII secolo, considerato l’erede spirituale di Hoca Ahmed Yesevî e figura centrale nella nascita del bektashismo, un ramo dell’alevismo. La sua filosofia, profondamente radicata nei valori dell’umanità, dei diritti umani, dell’uguaglianza sociale e della modestia, proponeva un cammino spirituale basato sull’amore per Dio, per l’uomo e per l’universo.

Un detto a lui attribuito riassume perfettamente il suo insegnamento: “Non ferire nessuno, anche se sei stato ferito”. Si narra che un giorno, quando gli fu portato davanti un derviscio che aveva infranto le regole del tekke, Hacı Bektaş Veli invece di punirlo, gli rivolse parole di compassione: “Ognuno inciampa lungo la via. L’importante è rialzarsi con più luce nel cuore.”

Dopo la sua morte nel 1337, la sua visione spirituale si diffuse rapidamente in tutta l’Anatolia e successivamente nei Balcani e nel Medio Oriente, grazie ai dervisci bektashì che, una volta completato il loro percorso, partivano come emissari per diffondere il messaggio di pace, tolleranza e fratellanza.


Il Complesso di Hacı Bektaş Veli

Il complesso venne fondato nel XIV secolo nella località di Sulucakarahöyük, che dopo la morte del santo assunse il nome di Hacıbektaş in suo onore. La struttura, ispirata alla tipologia dei palazzi turchi con cortili interni, si articola in tre cortili principali: il cortile d’ingresso (Nadar), il cortile del tekke (dergah) e il cortile interno. Costruito con sobria maestria in pietra, il complesso fu progressivamente ampliato e raggiunse la sua forma attuale nel XVI secolo.

Tra i suoi simboli più evocativi figurano:

La Sala del Cem è decorata con dodici pelli che simboleggiano i dodici imam sciiti, mentre le travi incrociate del soffitto, costruite con la tecnica tradizionale bingi, alludono ai nove cieli del cosmo. Le porte d’ingresso, volutamente basse, obbligano a chinarsi: un gesto di umiltà, per ricordare che nessuno entra nel sapere senza abbassarsi con rispetto.


Valore Universale Eccezionale

Hacı Bektaş Veli ha avuto un ruolo chiave nella turchizzazione dell’Anatolia e nell’ascesa spirituale che ha accompagnato la nascita dell’Impero Ottomano. La sua figura è tuttora venerata non solo in Turchia, ma anche in Albania, Grecia, Macedonia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Ungheria e Romania, dove l’ordine bektashì si è diffuso profondamente.

I suoi insegnamenti, incredibilmente attuali, risuonano ancora oggi con i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948. Come disse:
“La vera via è la via della conoscenza, della scienza e dell’amore. Chi conosce se stesso, conosce Dio.”

I riti del Cem e della danza mistica Semah, eseguiti ancora oggi nelle comunità alevi-bektashì, sono un esempio tangibile di continuità culturale. Il Semah, che simboleggia il volo della gru e il movimento dei pianeti, è stato riconosciuto nel 2010 come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO.


Stato attuale e autenticità

Dopo la soppressione ufficiale dei luoghi sufi con la legge del 30 novembre 1925, il complesso venne chiuso come tekke, ma nel 1964 fu riaperto come museo grazie a una decisione del Consiglio dei Ministri. Nonostante le trasformazioni, il sito ha mantenuto autenticità e integrità, preservando strutture, simboli e funzioni rituali originarie.


Situazione attuale dei bektashì

Oggi i bektashì sono una minoranza spirituale che continua a praticare i propri riti e a tramandare gli insegnamenti di Hacı Bektaş Veli, nonostante le difficoltà storiche. In Turchia, la comunità ha trovato nuovi spazi d’espressione grazie a musei, centri culturali e commemorazioni annuali come il Festival Internazionale di Hacı Bektaş Veli, che si tiene ogni agosto nel villaggio a lui dedicato.

Nei Balcani, l’ordine ha avuto un’importanza cruciale soprattutto in Albania, dove ancora oggi ha un centro attivo a Tirana. In Grecia e Macedonia, i bektashì mantengono piccole comunità e continuano a onorare il messaggio del maestro.

Un giovane bektashì albanese ha raccontato durante una cerimonia nel 2023:
“Quando prego, non vedo differenze tra uomo e donna, tra ricco e povero. Vedo solo esseri umani che cercano Dio nell’amore, come ci ha insegnato il nostro Pir.”


Unicum nel patrimonio mondiale

Sebbene esistano molte comunità alevi-bektashì in Turchia e altrove, nessun altro sito al mondo rappresenta in modo così completo e autentico il cuore della filosofia di Hacı Bektaş Veli. Il complesso è riconosciuto come serçeşme — “la fonte sacra” — dai suoi seguaci: un centro spirituale e simbolico di ineguagliabile valore culturale.

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