La Semah dei Bektasci: danza sacra dell’unità tra il cosmo, l’umanità e la terra.
Posso descrivere la Semah come una serie di movimenti che hanno valenza mistica ed estetica, eseguiti in armonia con la musica e gli altri partecipanti. Costituisce uno dei dodici servizi principali che compongono il Cem, il rituale religioso praticato dai fedeli del bektascismo alevita, corrente spirituale fondata sull’amore e l’ammirazione per ʿAlī, il quarto califfo dopo il profeta Maometto.
Chi esegue la Semah sono uomini e donne chiamati semahçı, danzatori del Semah, accompagnati da musicisti devoti che suonano il saz, un liuto a manico lungo, considerato strumento sacro. Esistono numerose varianti regionali di Semah nelle comunità Alevi-Bektasci in tutta la Turchia, ciascuna caratterizzata da proprie melodie, ritmi e stili esecutivi. Un elemento costante è la partecipazione congiunta di uomini e donne che danzano fianco a fianco, riflettendo l’uguaglianza spirituale dettata da Hacı Bektaş.
Una danza cosmica
I movimenti del Semah sono profondamente simbolici: lenti giri in senso antiorario, braccia sollevate come ali, piegamenti eleganti, rotazioni su se stessi e passi circolari rappresentano il ciclo naturale dell’esistenza e la tensione verso l’unione con il divino.
Ogni gesto rievoca la rotazione dei pianeti intorno al sole, l’ascesa dell’anima e l’abbandono dell’ego.
Il movimento principale è quello della gru, turna in turco, animale sacro, simbolo dell’amore eterno perché sono monogame per la vita, considerata messaggera spirituale, è spesso evocato: i danzatori sollevano un braccio verso il cielo e l’altro verso la terra, a simboleggiare l’equilibrio tra il materiale e il celeste. I giri sono lenti, richiamano i volteggi nel cielo, la Semah è meditazione in movimento, comunione silenziosa e consapevolezza corporea.
Un rito e un linguaggio culturale
La danza si basa sulla dottrina mistica secondo cui l’essere umano proviene da Dio e a Dio ritorna: Hak’tan geldik, Hakk’a gideriz, in una visione ciclica che affonda le radici nell’Islam esoterico, come per il sufismo
Di Semah che ne sono due: İçeri Semahı, la ‘Semah interiore’, eseguito esclusivamente all’interno del Cem tra i membri iniziati della comunità, come parte integrante del culto e dei Dodici Servizi Rituali; e la Dışarı Semahı, la ‘Semah esteriore’: eseguito fuori dal contesto rituale, spesso in eventi culturali e commemorazioni pubbliche, con l’obiettivo di trasmettere e preservare la cultura semahcı tra le nuove generazioni.
Trasmissione orale e patrimonio vivente
La Semah è il veicolo principale per la trasmissione della tradizione Alevi-Bektasci: attraverso la danza si tramandano valori, simboli, insegnamenti spirituali, i nefes, i canti rituali, e poesie. Tutto avviene oralmente, all’interno delle comunità, in uno spirito di socialità non scritta.
La trasmissione della Semah ha contribuito in modo essenziale alla vitalità della musica tradizionale turca, nutrendo generazioni di poeti, suonatori di saz e cantori itineranti âşıklar.
Molto di questa trasmissione orale è fortemente radicata nella cultura turca, ottomana e selciuchide, legata a doppio filo all’arte dei meddah, cantastorie, e alla tradizione dei Âşıklık, i menestrelli chiamati in sogno come per vocazione per raccontare la storia di villaggio in villaggio, contribuendo alla trasmissione delle notizie, della storia e così alla formazione dell’identità turca.
La sua iscrizione nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO il 16 novembre 2010 riconosce non solo il valore artistico della danza, ma anche il suo significato profondo come espressione spirituale e collettiva.
Enrico Radrizzani