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GRAN TOUR DELLA CAMBOGIA
PER ASSAPORARE LE DIVERSE ATMOSFERE
13 giorni 12 notti

Una visita approfondita ad un paese ricco di vestigia la cui storia s’intreccia sovente a quella dei paesi confinanti. Un viaggio per gli amanti dell’approfondimento che vogliono gustare e assaporare con calma, luoghi, atmosfere e popolazioni. I classici ci sono tutti da Phnom Penh a Siem Rep, ma tantissime sono le chicche di questo programma permeato della sacralità Khmer.

1° Giorno
Phnom Penh (-/-/C)
Arrivo a Phnom Penh. Dopo le formalità doganali e l’ottenimento del visto in aeroporto, trasferimento e sistemazione in albergo. Solo oggi, dopo l’indipendenza ottenuta nel 1993, Phnom Penh inizia a riacquistare la sua mitica bellezza. L’architettura coloniale meglio conservata si trova intorno al Monumento alla Vittoria dove, lungo i boulevards tracciati dai francesi, si possono ammirare eleganti ville coloniali e Art Dèco. Visita del Museo Nazionale, prezioso scrigno che racchiude i capolavori della scultura khmer dal V al XIII secolo, e dell’area del Palazzo Reale con la Sala del Trono, in cui ancora oggi il Sovrano concede le sue udienze, e del contiguo complesso della Pagoda d’Argento. Pranzo libero. Cena in albergo.

2° Giorno
Phnom Penh – Kompong Cham – Kratie (km 320, 5-6 ore di strada 
buona) (C/P/C)
Partenza per Kratie nel nord-est del paese. Dopo 120 km, sosta a Kompong Cham animato porto commerciale sul Mekong, che conserva edifici d’impronta coloniale ed il Wat Nokor, tempio buddista del XI sec. Kratie è una piccola, pittoresca città sulle rive del Mekong, a qualche centinaio di chilometri dal confine col Laos. Vi si respira un’atmosfera rilassata e il tramonto è spettacolare col sole che sparisce dietro all’isoletta alberata sul Mekong. Pranzo in ristorante locale. Cena e pernottamento in hotel.

3° Giorno
Kratie – Ban Lung (km 270, 5-6 ore di strada buona) (C/P/C)
Di buon mattino il viaggio prosegue lungo una strada parzialmente asfaltata alla volta di Ban Lung nella provincia di Rattanakiri, un altro mondo rispetto al resto della Cambogia ed un luogo stupendo dal punto di vista naturalistico con colline, giungla lussureggiante, laghi incontaminati e cascate. La popolazione costituita da diverse minoranze etniche, ciascuna con lingua e tradizioni proprie, crea una meravigliosa mescolanza di culture. Ban Lung, città di poco interesse dove le strade non sono asfaltate, serve da base per esplorare i dintorni. Si vedrà la cascata Chaa Ong, con un salto di 30 metri che termina in un’ampia piscina naturale dove è possibile fare il bagno e Yak Lom, un lago vulcanico perfettamente circolare a 5 km da Ban Lung in una lussureggiante foresta pluviale pressoché intatta dominata da alberi giganti. Pranzo in ristorante locale. Cena e pernottamento in lodge.

4° Giorno
Ban Lung (Rattanakiri) (C/P/C)
Risalendo in un’ora di barca il fiume Say San si raggiunge un piccolo villaggio di etnia Tampeun il cui cimitero offre un vivido contrasto con i nostri luoghi di sepoltura. Ulteriore sosta in un villaggio di etnia Kreung con la “casa degli sposi” costruita su alte palafitte a una certa distanza dalla comunità, in cui i giovani fidanzati si intrattengono prima del matrimonio. A causa dell’isolamento di questa zona il modo di vivere e la cultura di queste minoranze etniche non hanno subito i cambiamenti della modernizzazione riscontrabili altrove. Pranzo in ristorante locale. Cena e pernottamento in lodge.

5° Giorno
Ban Lung (Rattanakiri) – Kompong Cham (Km 372, 5 ore e mezza) 
(C/P/C)
Dopo una visita la mercato locale, partenza in direzione sud-ovest alla volta di Kompong Cham viaggiando attraverso una zona collinare ricca di piantagioni di alberi della gomma. Sosta in un villaggio dove ci sono i “Chlong”, le più antiche case di legno in Cambogia. Pranzo e cena in ristorante locale, pernottamento in hotel.

6° Giorno
Kompong Cham – Kompong Thom – Sambor Prei Kuk –
Siem Reap (Km 290, 4-5 ore) (C/P/C)
Proseguimento per Kompong Thom (132 km, circa 2 ore), cittadina di poco interesse che costituisce la base per la visita all’importante complesso archeologico di Sambor Prei Kuk, il sito archeologico dell’antica Ishanapura. Qui un complesso di templi del VII sec eretto sull’omonima antica capitale del Chen-La, quando regnava Ishanavarman I° (610 -635 circ). Sparsi tra una rada vegetazione i templi realizzati in mattoni ma con portali in arenaria grigia sono suddivisi in tre gruppi principali orientati a nord, sud e centro. Il sito è stato in parte restaurato ma tuttora alcuni templi presentano profonde fessure causate dagli spostamenti d’aria dovuti ai bombardamenti americani durante la guerra del Vietnam. E’ un luogo archeologico ancora oggi molto poco visitato, di grande interesse ed importanza perché rappresenta la prima espressione d’arte del Chen-La, che corrisponde al primo stile dell’arte khmer propriamente detta e, a buon diritto, chiamata “stile di Sambor”. E’ bene visitarlo prima di quello di Angkor perché così si avrà la giusta immagine cronologica dello sviluppo e trasformazione dell’architettura khmer. Rientro a Kompong Thom per il pranzo e partenza in direzione di Siem Reap (150 km, circa 2 ore) su strada buona attraverso zone di campagna molto suggestive e ricche di palpitante vita quotidiana. Dopo una settantina di chilometri ci si ferma, in località Kompong Kdei, per ammirare uno straordinario ponte, il Spean Praptos, costruito intorno al 1200 durante il regno di Jayavarman II°. Vale quindi la pena scendere per assaporare il piacere di percorrere a piedi le poche diecine di metri (quasi 90 m di lunghezza) e ammirare le sontuose balaustre a forma di naga policefalo (il serpente sacro) e poi scendere lungo la riva del fiume per esaminare l’interessante struttura delle dodici campate che non sono altro che strette arcate fortemente ogivali che potevano così essere facilmente sbarrate per trasformare il ponte in una temporanea diga. Pranzo in ristorante locale. Cena e pernottamento in hotel.

7° Giorno
Siem Reap (C/P/C)
Tre meravigliose giornate dedicate alla visita dei templi di Angkor (Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO): la più estesa area archeologica del mondo dove gli studiosi classificarono 276 monumenti di primaria importanza. Le visite inizieranno dal sito di Roluos, a 15 km. da Siem Reap, il complesso dei templi pre-angkoriani tra i quali si evidenzia, per importanza e bellezza, il Preah Ko (il “bue sacro”), il primo tempio costruito dal re Indravarman I° nell’879. Il materiale di costruzione è prevalentemente laterite e muratura e fanno eccezione i riquadri dei portali e le finestre a colonne per le quali fu utilizzata l’arenaria grigia. Dal secondo “gopura” (porta d’ingresso di cui oggi rimane soltanto la sua pianta cruciforme) si entra nel cortile interno nel cui centro si elevano sei “prasat” di modeste dimensioni disposti in doppia fila di cui i tre anteriori sono di dimensioni maggiori e più rifiniti infatti i mattoni sono accuratamente levigati e rivestiti di pannelli in stucco, sicuramente policromo, di cui oggi ne rimangono solo delle tracce. Dopo questa visita si darà un rapido sguardo ai quattro prasat del Lolei, fatto erigere su di un isolotto artificiale da Yashovarman I nel 893. Ma il tempio più importante e affascinante è senza dubbio il Bakong eretto sempre da Indravarman I nel 881. Bellissimo, elegante e superbo tempio-montagna che si può simbolicamente contrapporre, quasi sovrapporre, al magnifico Borobodur di Giava. C’è infatti un nesso storico ed anche probabilmente legami dinastici tra alcuni re della Kambuja ed i Sailendra, i signori di Giava. La base del tempio si eleva su cinque terrazze rivestite in arenaria; l’altezza dei gradoni diminuisce salendo e le statue dei leoni ai lati delle scalinate e degli elefanti sui 4 angoli delle piattaforme si riducono di dimensioni. Questi accorgimenti strutturali e ornamentali creano un effetto prospettico stupefacente e fanno del Bakong uno dei templi più affascinanti ed eleganti tra tutte le creazioni architettoniche khmer. Terminata la visita di Roluos, rientro al Parco Archeologico di Siem Reap e giro panoramico per avere il primo “contatto” con le meraviglie di Angkor. Dopo una breve sosta alla Porta Sud di Angkor Thom, ci si ferma nella grande spianata della Terrazza degli elefanti e del Re lebbroso. Poi si visiterà il Bayon, l’imponente tempio fatto costruire da Jayavarman VII (1181- 1219) negli ultimi anni del suo regno nel punto di convergenza delle quattro principali vie d’accesso alla città. E’ un monumento piramidale che si eleva su due distinti livelli in cui si contano 54 torri su ognuna delle quali sono scolpiti 4 giganteschi volti che raffigurano, probabilmente, il Bodhisattva Lokitesvara – il Buddha Compassionevole – al cui sguardo e sorriso enigmatico nessuno, da qualunque parte si avvicini, può sottrarsi. Questo particolarissimo tempio può essere considerato come l’espressione dell’architettura “barocca” della civiltà khmer, ma è molto indicativo il fatto che quanto più si osserva il Bayon tanto più l’urto emotivo e il suo fascino aumentano. Anche l’intera composizione, che al primo momento sembra terribilmente caotica, acquista un certo senso di ordine. Una delle strutture più interessanti del Bayon è la grande loggia di bassorilievi – attualmente scoperta per il crollo della galleria – dove, per la prima volta, scene desunte dalla storia dei Khmer e raffigurazioni della vita quotidiana prevalgono sulla mitologia hindu; scene di battaglia contro gli eterni nemici Cham. I bassorilievi del Bayon rivelano un’arte popolare, spontanea e realista; offrono la testimonianza, evidente e rara, dell’attenzione che un re ha rivolto alle gioie e alle sofferenze del suo popolo. Nelle vicinanze del Bayon c’è un altro tempio importantissimo, il Baphuon, costruito un secolo e mezzo prima del Bayon sotto il regno di Udayadityavarman (1050-1066); l’importanza di questo monumento è data soprattutto dal fatto che conserva i più raffinati bassorilievi di tutta Angkor. Pranzo in ristorante locale. Cena e pernottamento in hotel.

8° Giorno
Siem Reap (C/P/C)
Al mattino presto si effettua la visita del Ta Prohm, il più romantico ed emozionante fra tutti i monumenti angkoriani (consigliamo vivamente di fare questa visita di grande suggestione verso le 7 del mattino senza la presenza del flusso turistico che solitamente arriva verso le ore 8.30). Volutamente gli archeologi hanno preferito lasciarlo quasi nelle stesse condizioni in cui fu scoperto. Infatti qui la foresta è l’assoluta protagonista. Altissimi alberi di Ceiba Pentandra e di Ficus Gibbosa avvolgono, con le loro gigantesche radici come enormi tentacoli di piovra, le strutture delle gallerie e le mura perimetrali. Fu costruito sempre da Jayavarman VII nel 1186, è logicamente consacrato a Buddha e il re lo dedicò a sua madre. Le visite proseguono con Angkor Wat iniziando dalla Porta ad oriente perché c’è un’atmosfera molto suggestiva, l’afflusso turistico è scarso e la luce del sole è più favorevole. L’ingresso principale lo si potrà ammirare al termine della visita quando il sole sarà già alto. Fra tutti i templi khmer è sicuramente il più celebrato, il capolavoro indiscusso dell’architettura e dell’arte di questa straordinaria civiltà. Misura un perimetro esterno di 1.800 metri per 1.300 e culmina con il raffinato profilo delle cinque torri-santuario che dominano il paesaggio. Milleduecento mq. di raffinati bassorilievi offrono la spettacolare testimonianza di un’arte figurativa di eccelsa raffinatezza. Eretto nel 1120, i lavori terminarono nel 1150 alla morte del suo ideatore, il grande re-dio Suryavarman II; in quell’epoca in Italia si consacrava la Cattedrale di Pisa e a Parigi si costruiva Notre Dame. E’ l’emblema della Cambogia ed il simbolo dello stupendo Medioevo del Sud-est asiatico. Ultima visita dell mattinata al Neak Pean, il tempio dei “naga intrecciati” costruito durante il regno di Jayavarman VII. E’ un piccolo tempio quadrangolare con al centro un prasat circolare a gradoni che termina con una torre; quattro vasche collegate a quella centrale sono orientate secondo i punti cardinali, ad ogni bacino corrisponde un’edicola con all’interno una doccia per il bagno dei malati rappresentata da una testa di animale che corrisponde ad un elemento: l’uomo è la Terra (o il Sole), il cavallo è l’Aria, l’elefante è l’Acqua, il leone il Fuoco, ad indicare che la malattia nasce da un disequilibrio tra i quattro elementi. Nel grande bacino centrale venivano coltivate centinaia di piante medicinali. Dopo il pranzo ricominciano le visite, iniziando dal Preah Khan (“la Spada sacra”) costruito tra il 1184 e il 1191 da Jayavarman VII E’ un tempio di notevoli dimensioni e poteva ospitare decine di migliaia di persone, sembra anche che vi avesse abitato lo stesso Jayavarman durante la costruzione della cinta muraria a difesa della cittadella di Angkor Thom. Infatti questo monumento presenta caratteristiche tali da poter essere oltre che santuario anche un palazzo ad uso civile. La visita del Prah Khan è di grande suggestione e fascino perché oltre che dalla ricchezza e complessità delle strutture architettoniche (tra queste spicca un singolare edificio che presenta due piani poggianti su colonne circolari: una vaga somiglianza ad un tempio greco) l’attenzione del visitatore è catturata dall’esuberanza di una possente vegetazione simile a quella del Ta Prohm. Il restante pomeriggio è dedicato alla visita di diversi piccoli monumenti: il Ta Keo un tempio-montagna completamente in arenaria la cui costruzione fu iniziata intorno al 1000 dal re Jayavarman V e poi portato a termine in 10 anni da Suryavarman I; il Thommanon, costruito durante il regno di Suryavarman II (1113-1150) è di piccole dimensioni ma di una fattura estremamente curata ed i bassorilievi sono di rara bellezza e ben conservati, specialmente alcune raffigurazioni di Devata di una raffinatezza ed eleganza di non facile riscontro; il Prasat Kravan è un piccolo ma delizioso complesso costituito da cinque prasat in mattoni dalle eleganti linee architettoniche. All’interno di uno dei tempietti c’è un interessante bassorilievo raffigurante Vishnu sul dorso di Garuda, la sua sacra cavalcatura metà uomo e metà uccello. Per ammirare il tramonto sarà bene salire sul Mebon Orientale, un tempio piramidale costruito nel 952 dal re Rajendravarman secondo la tipologia del Monte Meru e ornato da quattro grandi statue di elefanti in laterite. Pranzo in ristorante locale. Cena e pernottamento in hotel.

9° Giorno
Siem Reap: escursione a Phnom Kulen (C/P/C)
Al mattino si percorrono circa 40 km attraversando paesaggi diversificati, dalla pianura coltivata a risaie a piccoli villaggi di contadini alla fitta foresta. Si sale lungo la collina per arrivare al Phnom Kulen (“montagna del Lychee”) un luogo molto sacro non solo per gli antichi khmer, ma anche per i cambogiani di oggi che vi si recano in pellegrinaggio per pregare su una grande statua del Buddha sdraiato scolpita sulla roccia naturale. Da questa collina, alta quasi 600 m, Jayavarman II nel 802 instaurò il culto del Devaraja – il re-dio – e, ammirando la pianura alluvionale che si estendeva davanti a lui, intuì e decise che lì si poteva costruire la grande capitale dei Khmer. Si tratta quindi di una località impregnata di misticismo e sacralità, frequentata esclusivamente da locali; c’è inoltre un mercatino permanente dove vengono venduti medicinali ricavati da radici e cortecce di alberi e da parti di animali della foresta oltre che, ovviamente, oggetti artigianali. Proseguiremo la visita verso il monolito di Sras Damrei. Pranzo a picnic. Nel pomeriggio rientro a Siem Reap. Pranzo e cena in ristorante locale, pernottamento in hotel.

10° Giorno
Siem reap: escursione a Kbal Spean, Bantey Srei e Bantey Samre 
(C/P/C)
Kbal Spean, a 40 km da Siem Reap occupa il letto di un piccolo fiume in cui sono stati scolpiti centinaia di lingam e statue di divinità. La località è raggiungibile con una camminata di circa mezz’ora nella foresta e, a seconda del periodo in cui la si visita, lo scenario muta: nella stagione secca c’è poca acqua e sono ben visibili le sculture che invece si intravedono appena durante la stagione delle piogge, quando l’acqua del fiume forma belle cascate. Dopo questa rilassante e interessante visita, che spezza la continuità delle visite ai templi di Angkor, si ridiscende e si visita il meraviglioso Bantey Srey (la “cittadella delle donne”) vero gioiello dell’arte khmer del 967, a cavallo tra il regno di Rajendravarman e quello di Jayavarman V. Il tempio fu costruito da Yajnavaraha, il guru di quest’ultimo re. Si erge solitario a circa 40 km a nord–est di Angkor ed è indiscutibilmente il più delicato ed elegante tra le testimonianze architettoniche di Angkor. Il complesso è costituito da tre santuari in arenaria rosa, dedicati a Shiva, interamente ricoperti da finissimi delicati bassorilievi. Un’altra caratteristica che rende unico questo complesso sono i doppi frontoni con la loro forma ad arco che ricorda i torana (porte d’ingresso) di legno dei templi arcaici. Sulla via del ritorno sosteremo in un piccolo villaggio nella cui area, a poco più di due chilometri dal centro abitato, si può ammirare il Bantey Samre, del XII sec. costruito durante il regno di Suryavarman II . E’ di medie dimensioni e siccome è quasi contemporaneo ad Angkor Wat ne ricorda lo stile e l’equilibrio armonico delle strutture con una particolarità esclusiva data da pinnacoli ovoidali, sempre in arenaria grigia, collocati lungo le cuspidi dei tetti. Il tempio è stato oggetto di uno dei più accurati e meglio riusciti restauri con il metodo dell’anastilosi. Pranzo in ristorante locale. Cena e pernottamento in hotel.

11° Giorno
Siem Reap – Preah Vihear – Along Venh (Km 240, circa 5 ore)
 (C/P/C)
Si lascia Angkor all’alba per dirigersi a nord del paese proprio vicino al confine con la Thailandia, ripercorrendo così, dopo tanti secoli, una delle sette principali strade reali che i Khmer costruirono lastricandole con blocchi di laterite (la seconda metà della strada non è asfaltata). Questa arteria conduce al Preah Vihear per poi diramarsi in due direzioni, a nord/est verso il Laos dove si può ammirare il tempio Wat Phu, ad ovest in territorio thailandese verso l’ancor più importante complesso del tempio di Phimai. L’imponente e importante Preah Vihear viene datato intorno al 1018, sotto il regno di Suryavarman I (1011-1050) anche se l’inizio dei lavori sembra risalire all’epoca del re Yasovarman I (889-910). Il tempio si eleva solitario sul bordo di un altopiano della catena dei monti Dangrek a circa 800 m di altitudine ed a pochi chilometri dalla frontiera con la Thailandia. Fino al 1997 era in territorio thailandese ma nell’anno successivo fu restituito alla Cambogia alla quale legittimamente apparteneva da sempre, ma che le tragiche vicissitudini della guerra vietnamita ne avevano causato l’espropriazione. Il Preah Vihear, dedicato al culto di Shiva, è una straordinaria realizzazione non solo per la sua maestosa concezione perfettamente integrata con il paesaggio naturale, ma anche per la grazia e la finezza della sua architettura e dei suoi bassorilievi (ricordano molto il Banteay Srey ma vi s’individuano anche altri stili architettonici sia dell’Angkor Wat che del Bayon, templi la cui costruzione però iniziò più di un secolo dopo). Queste caratteristiche fanno di questo tempio uno dei più bei monumenti dell’arte khmer costruito su uno dei più impressionanti e suggestivi luoghi della Cambogia. La strada per raggiungerlo termina ai piedi della scarpata rocciosa da dove inizia una ripida e sconnessa salita che le jeep percorrono in circa 1 ora. Poi a piedi si affronta una salita di circa 500 m tra le strutture stupefacenti del grande tempio. Terminata la visita si prosegue per Anlong Ven. Sistemazione in guest house spartana con servizi privati. Pranzo in ristorante locale. Cena e pernottamento in hotel.

12° Giorno
Along Venh – Siem Reap (110 Km, 2 ore) (C/P/C)
Al mattino visita alla casa di Ta Mok e di Pol Pot, i due terribili leader dei Khmer Rossi. Al pomeriggio rientro a Siem Reap. Pranzo in ristorante locale. Cena  pernottamento in hotel.

13° Giorno
Siem Reap: escursione al Lago Tonle Sap (C/P/-)
Prima colazione in hotel. Al mattino si percorre la strada che conduce ai piedi del Phnom Krom dove sulle rive del Grande lago sono ormeggiate decine e decine di barche che ospitano le case galleggianti del villaggio dei pescatori: una comunità di“nomadi del lago” che si spostano sulle acque del Tonle Sap per seguire le stagioni della pesca e che qui hanno le loro abitazioni, le scuole, la chiesa, i negozi, gli uffici pubblici, gli allevamenti di pesce, tutti costruiti su barconi e piattaforme galleggianti che si alzano e abbassano seguendo il regolare ritmo delle piene del lago. E’ l’ancestrale costume di vita delle popolazioni rivierasche indocinesi. Rientro in albergo per pranzo. Al pomeriggio trasferimento in aeroporto e partenza con volo di rientro. Pranzo in ristorante locale.

QUOTA
La quota per persona varia a seconda del numero di partecipanti, degli hotel che sceglieremo e delle eventuali modifiche che faremo all’itinerario per soddisfare i vostri interessi.
Non esitate a chiedere le tutte le informazioni e le modifiche che vi interessano tramite i nostri contatti.

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