La capitale perduta della Transgiordania
Ci troviamo nella storica città di Al-Salt, nel cuore della Giordania, un tempo capitale dell’antica Transgiordania durante l’epoca ottomana. Camminando tra le sue vie, scopriamo che tra il 1860 e il 1920 la città visse un autentico periodo d’oro. Questo fu il risultato delle riforme ottomane note come Tanzimat, che portarono sicurezza, ordine amministrativo e nuove opportunità commerciali. Fu in questo contesto che Al-Salt si trasformò in un nodo vitale per i commerci tra le steppe orientali e le regioni occidentali. Ricchi mercanti provenienti da Nablus, Siria e Libano si stabilirono qui, attratti dalla fiorente economia legata al commercio, all’agricoltura e alle attività bancarie.
La città, da semplice borgo rurale, si trasformò rapidamente in un centro urbano vivace e raffinato.

Un tessuto urbano tra pietra dorata e armonia sociale
Mentre saliamo i gradini delle sue stradine collinari, notiamo come l’architettura di Al-Salt parli della sua storia. Le case, costruite in pietra calcarea gialla, presentano una pianta tipica con corridoio centrale e tre ambienti disposti simmetricamente. Ammiriamo l’abilità degli artigiani che hanno saputo fondere stili tradizionali e influenze moderne. La città si adatta al paesaggio collinare con un intreccio di scalinate, viuzze e piazze pubbliche che collegano quartieri e spazi di incontro. Qui, convivono armoniosamente musulmani e cristiani: non troviamo separazioni fisiche tra i quartieri, ma piuttosto un forte spirito comunitario. Le tradizioni di accoglienza si riflettono nei Madafas o Dawaween, antiche case di ospitalità, e nel sistema di mutuo soccorso chiamato Takaful Ijtimai’, ancora oggi testimonianza viva della solidarietà cittadina.

L’identità di Al-Salt
Esplorando più a fondo, ci rendiamo conto che Al-Salt è stata, e continua a essere, un crocevia di culture.
Il suo centro storico è una prova tangibile di scambi interculturali che coinvolsero beduini, mercanti, artigiani, funzionari ottomani e missionari cristiani. Questi scambi non furono solo economici, ma anche sociali e culturali, trasformando la città in un modello di convivenza e apertura. Le architetture, le piazze condivise, le pratiche di accoglienza e le relazioni interreligiose che osserviamo oggi raccontano di questa fusione tra tradizioni locali e nuove abitudini urbane nate durante il periodo ottomano.

Una forma urbana esemplare
Passeggiando nel centro storico, ci colpisce quanto sia ben conservato il tessuto urbano della città.
Le abitazioni e gli edifici pubblici riflettono la prosperità del passato e la continuità della vita comunitaria.
Il contesto urbano – fatto di scalinate, piazze, moschee e chiese – continua a sostenere una quotidianità in cui cristiani e musulmani vivono fianco a fianco, senza barriere. In questo senso, Al-Salt si distingue: non solo per l’armonia religiosa, ma per la forza con cui questa si manifesta nello spazio urbano.
I Madafas, in particolare, ci mostrano come l’ospitalità sia una pratica radicata nella cultura e nell’architettura cittadina, unendo elementi tangibili e intangibili in modo unico.

Un’anima preservata nella pietra e nelle relazioni
Osservando il paesaggio urbano nel suo insieme, percepiamo chiaramente un senso di continuità.
La struttura storica – con i suoi edifici, scalinate, luoghi religiosi e spazi aperti – è rimasta sostanzialmente intatta.
Questo permette di leggere la storia della città nei suoi dettagli materiali, ma anche nelle relazioni quotidiane tra i suoi abitanti. Tuttavia, l’equilibrio è delicato: nuove costruzioni e spazi abbandonati rischiano di intaccare l’armonia visiva e culturale del centro. È quindi fondamentale mantenere viva non solo l’estetica, ma anche lo spirito di coesione che ha sempre caratterizzato Al-Salt.

Memoria architettonica e vita comunitaria
Ci accorgiamo che l’autenticità di Al-Salt non si limita all’aspetto delle sue pietre gialle o delle sue costruzioni.
È anche nella continuità delle tradizioni di accoglienza, nella permanenza degli usi collettivi degli spazi pubblici e nella vitalità dei suoi quartieri. Nonostante alcuni interventi di restauro o riuso, gli elementi fondamentali
– materiali, forme e usi – sono rimasti coerenti. L’identità della città è rafforzata dalla conservazione del suo impianto urbano, delle scalinate che uniscono le varie quote e dalla presenza costante di edifici pubblici ancora attivi.

Una protezione istituzionale condivisa
Scopriamo infine che la salvaguardia di Al-Salt non è lasciata al caso. Due leggi nazionali giordane tutelano il patrimonio urbano e architettonico della città, mentre regolamenti specifici per il centro storico – adottati nel 2014 – definiscono le linee guida per la conservazione, la gestione degli spazi pubblici e gli interventi di restauro.
Il Comune di Al-Salt ha istituito un’unità dedicata ai progetti di sviluppo urbano, attiva dal 2005, che coordina tutti gli sforzi per la conservazione del patrimonio.
Sono in corso progetti di documentazione, riqualificazione e valorizzazione, che coinvolgono anche la popolazione locale, a conferma dell’impegno collettivo nella cura di questo patrimonio condiviso.

 

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