Medina di Marrakech

Alle origini di Marrakesh
Fondata tra il 1070 e il 1072 dagli Almoravidi e divenuta in seguito capitale degli Almohadi, Marrakesh ha rappresentato per secoli un punto nevralgico del potere politico, economico e culturale del Maghreb e dell’Andalusia. Mentre passeggiamo tra i suoi monumenti più antichi, come la Moschea della Koutoubia con il suo minareto alto 77 metri – vera icona della città – ci rendiamo conto di quanto fosse imponente e influente questa capitale islamica. A ogni passo incontriamo tracce dell’antico splendore: le mura, le porte monumentali, la kasbah e i suoi giardini storici.

L’eredità dei secoli
Nel tempo, Marrakesh ha continuato ad arricchirsi di meraviglie architettoniche. Entriamo nel Palazzo Badiâ, nella medersa Ben Youssef, nelle tombe saadiane, e nel raffinato Palazzo Bahia, ognuno con una storia da raccontare. Quando ci avviciniamo alla celebre piazza Jamaâ El Fna, patrimonio immateriale dell’umanità, ne percepiamo l’energia teatrale, tra suoni, profumi e figure che animano questo spazio unico giorno e notte.

Un esempio raro di armonia tra città e natura
Osservando la struttura della Medina, notiamo come essa conservi intatti i suoi elementi originari, frutto di una progettazione coerente nel tempo. I materiali, le decorazioni, gli spazi verdi come i giardini dell’Aguedal, della Ménara e la Palmeraie – attribuita agli Almoravidi – testimoniano un equilibrio sapiente tra costruito e natura, ancora oggi percepibile in ogni angolo della città storica.

Un patrimonio universale in ogni dettaglio
Durante la nostra visita, riconosciamo il valore universale del sito grazie alla qualità straordinaria delle sue architetture: la Moschea Koutoubia, le tombe saadiane, le rovine del Badiâ, il Palazzo Bahia, le fontane e i padiglioni della Ménara. Marrakesh ha influenzato profondamente la pianificazione urbana di altre città storiche, come Fès, che ne ha adattato il modello durante il periodo merinide.

Una medina viva
Camminiamo tra vicoli intricati, souk colorati, antichi fondouq e botteghe artigiane: Marrakesh non è solo un insieme di monumenti, ma una città viva. I suoi 700 ettari raccontano ancora oggi una storia abitata, dove la vita quotidiana si intreccia con un’eredità millenaria che ha resistito al tempo e alle trasformazioni demografiche.

Tra salvaguardia e minacce dell’epoca moderna
Ci soffermiamo sulle mura che delimitano con precisione l’area protetta del patrimonio mondiale.
Tuttavia, notiamo come la città storica sia oggi minacciata da uno sviluppo urbano incontrollato, modifiche strutturali alle abitazioni, e dall’abbandono di sistemi antichi come i khettara, le gallerie sotterranee per il drenaggio dell’acqua. Anche la Palmeraie rischia l’impoverimento a causa di sfruttamento eccessivo.

Fedeltà all’autenticità grazie al sapere artigiano
Nonostante le sfide, ammiriamo la qualità delle restaurazioni: le tecniche tradizionali sono rispettate con rigore, grazie all’impiego di artigiani qualificati. Materiali come lo zellige, il tadellakt, il legno scolpito e il ferro battuto sono impiegati con maestria, assicurando che ogni intervento sia in armonia con lo spirito originario della Medina.

Le regole per proteggere un’eredità preziosa
Apprendiamo infine che la protezione di Marrakesh è regolata da leggi specifiche, come la legge 22-80 sui beni culturali, e che ogni monumento importante ha norme dedicate.
La gestione è affidata alla Soprintendenza regionale, che approva ogni intervento edilizio.
Inoltre, la Carta Architettonica della Medina, firmata nel 2008, stabilisce linee guida condivise per la tutela del patrimonio urbano e paesaggistico, e sarà applicata attraverso una struttura consultiva dedicata.

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