Centro storico di Évora

Alle origini della città
Mentre ci avventuriamo nel cuore antico di Évora, avvertiamo la stratificazione di oltre duemila anni di storia sotto i nostri passi. Le sue origini ci riportano all’epoca dei Celti, ma è con la dominazione romana che la città assume una nuova fisionomia. Camminando tra i resti archeologici, ci soffermiamo sulle colonne imponenti del Tempio di Diana, che svettano ancora nel centro come memoria del culto imperiale romano. Questo edificio sacro del I secolo d.C., costruito in epoche augustea, probabilmente dedicato a un membro della famiglia imperiale piuttosto che alla dea stessa, ci mostra l’eleganza della pietra scolpita secondo i canoni classici. Dopo la caduta dell’Impero Romano,
Évora passa ai Visigoti, che si insediano all’interno della cinta muraria ereditata dai Romani, modificandola secondo le nuove esigenze difensive.
La città assume così un volto cristiano, con edifici religiosi che iniziano a disegnare il suo profilo.

Secoli di cambiamento
L’arrivo degli Arabi nel 715 segna un’altra svolta nella storia urbana di Évora. Esploriamo oggi ciò che resta della kasbah moresca, il cuore fortificato del potere musulmano, riconoscibile nei resti delle mura e in una porta d’ingresso decorata che conserva ancora l’impronta architettonica islamica. La dominazione moresca, durata fino al 1165, apporta innovazioni nella gestione delle acque, nell’urbanistica e nella difesa. Ma è sotto la corona portoghese che Évora conosce il suo apogeo. A partire dal XV secolo, la presenza regolare della corte trasforma la città in una delle capitali culturali del regno. Passeggiando nel centro storico, ci imbattiamo nel Convento di Santa Clara, fondato su iniziativa reale, nella maestosa Chiesa e Convento di São Francisco, e nel raffinato Convento dos Lóios, accanto alla chiesa di São João Evangelista, interamente rivestita di azulejos (tipici ornamenti dell’architettura portoghese). Questi edifici, molti dei quali in stile manuelino – o tardo gotico portoghese, ci raccontano un’epoca in cui arte, fede e potere si intrecciavano intimamente.

Il sapere come potere
Nel XVI secolo Évora rafforza la sua centralità culturale grazie alla fondazione dell’Università dello Spirito Santo, affidata alla Compagnia di Gesù. I gesuiti vi insegnano fino al 1759, quando il ministro Pombal ne decreta l’espulsione, provocando un rapido declino dell’istituzione. Camminando tra gli antichi chiostri e le aule oggi silenziose, immaginiamo l’eco delle lezioni di teologia, astronomia e retorica che risuonavano in questi ambienti.
È in questo periodo che Évora diventa la seconda città del regno, un punto nevralgico per la formazione dell’élite lusitana.

Armonia urbana
Oltre ai grandi monumenti, è il tessuto urbano nel suo insieme a sorprenderci per la sua coerenza stilistica. Le case che costeggiano le vie strette e sinuose, spesso su impianti medievali, sono basse, intonacate di bianco, ornate da piastrelle olandesi e balconi in ferro battuto. I tetti a tegole rosse o le terrazze piatte, adatte al clima caldo e secco dell’Alentejo, raccontano una sapienza costruttiva profondamente radicata nel territorio. Alcune residenze patrizie, come Casa Cordovil e Casa Garcia de Resende, testimoniano l’eleganza rinascimentale che convive con l’architettura minore più semplice e funzionale.

Un miracolo tra le macerie
Nel nostro viaggio attraverso il tempo, scopriamo un fatto sorprendente: mentre il terremoto del 1755 rade al suolo intere città, Évora rimane quasi intatta. Questo permette alla città di conservare intatto un paesaggio urbano che diventa modello per la costruzione delle città coloniali portoghesi in Brasile. Pensiamo, ad esempio, al Centro Storico di Salvador de Bahía, dove si riconoscono chiaramente le influenze architettoniche provenienti da Évora.

Equilibrio e continuità
La continuità storica e urbanistica di Évora è un elemento distintivo. Sebbene la città si sia espansa nei secoli, specialmente verso ovest, sud ed est, il centro storico è rimasto protetto all’interno della cinta muraria bastionata del XVII secolo, progettata dall’ingegnere francese Nicolas de Langres. Questo sistema difensivo garantisce ancora oggi una separazione netta tra il nucleo antico e i quartieri moderni. Nonostante i cambiamenti del XX secolo, la morfologia urbana del centro ha mantenuto la sua struttura originaria. Gli edifici storici sono stati restaurati nel rispetto dei materiali e delle tecniche tradizionali, senza sacrificare l’autenticità al progresso.

Un patrimonio vigilato
La conservazione di Évora non è frutto del caso. Dal 1920, con la classificazione delle mura come bene nazionale, si sono attuati interventi sistematici secondo standard internazionali. Oggi il Dipartimento del Centro Storico del Comune di Évora coordina il piano di gestione, con il sostegno finanziario delle autorità culturali nazionali. Le leggi portoghesi stabiliscono un quadro rigoroso per ogni intervento che possa alterare il paesaggio culturale. Tutte le modifiche vengono valutate con attenzione, per prevenire danneggiamenti o alterazioni dell’identità urbana. Inoltre, si sta lavorando all’ampliamento della zona cuscinetto per proteggere meglio l’ambiente visivo e paesaggistico che circonda la città.

 

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