Foresta Laurissilva di Madeira

Un frammento sopravvissuto della foresta primordiale
Attraversando il cuore del Parque Natural da Madeira, ci troviamo immersi in uno degli ultimi rifugi della foresta di laurisilva, un tipo di vegetazione che milioni di anni fa copriva vasti territori dell’Europa meridionale. Oggi, ne rimangono solo frammenti sparsi tra l’arcipelago delle Azzorre, Madeira e le Canarie. Qui, a Madeira, si conserva la porzione più estesa e meglio preservata. Mentre camminiamo lungo sentieri che seguono antiche vallate a V, osserviamo come questi boschi scendano dai rilievi centrali dell’isola fino alla costa settentrionale, mantenendo intatti i propri processi ecologici e svolgendo un ruolo cruciale nell’equilibrio idrico dell’intera isola.

Un equilibrio tra specie uniche e relazioni complesse
Il paesaggio forestale che ci circonda è dominato da piante sempreverdi dai colori scuri e lucidi, tipiche del clima umido. Questo mosaico vegetale, risultato di millenni di coevoluzione, ospita una ricchezza straordinaria di nicchie ecologiche. Nei fondovalle più ombrosi crescono felci rigogliose, mentre muschi ed epatiche ricoprono rocce, tronchi e suolo, testimoniando la purezza dell’ambiente.

Vita segreta nella foresta
La biodiversità di questo ecosistema è sorprendente: almeno 76 specie di piante vascolari endemiche crescono solo qui, tra cui spiccano l’Echium candicans, detto “Orgoglio di Madeira”, e l’Isoplexis spectrum, una digitale dai fiori giallo-arancio che attira numerosi insetti impollinatori. Oltre 500 specie di invertebrati – insetti, aracnidi, molluschi – sono anch’essi esclusivi di questa foresta. Non mancano vertebrati rari, come due specie endemiche di pipistrelli (il pipistrello di Madeira e il Leisler’s bat) e alcuni uccelli che possiamo facilmente osservare o udire: il Fringuello di Madeira, il Fiorrancino e, soprattutto, il Piccione del Laurisilva, simbolo alato della foresta.

Un’eredità ecologica millenaria
Questo patrimonio naturale non è solo una riserva biologica: è anche un documento vivente del passato geologico ed ecologico del continente. La foresta laurifolia che esploriamo è un relitto sopravvissuto di quella che 15-40 milioni di anni fa era una copertura vegetale estesa nel Mediterraneo. Alcuni degli alberi che vediamo nei fondovalle, per dimensione e forma, ci fanno pensare che abbiano centinaia di anni – forse anche più di ottocento – e che fossero già qui prima dell’arrivo dei primi coloni portoghesi.

L’uomo e la foresta
Anche se l’ambiente è pressoché intatto, la presenza dell’uomo è visibile nelle antiche levadas, canali artificiali scavati sin dal XV secolo per raccogliere e trasportare l’acqua dalle zone umide e forestali fino ai campi e alle città del sud dell’isola. Camminando lungo questi stretti sentieri affiancati da pareti rocciose e dirupi, ci rendiamo conto di quanto ingegnosamente queste opere siano state integrate al paesaggio. Nonostante la loro funzione idrica, le levadas oggi permettono anche l’accesso a una foresta altrimenti impenetrabile, offrendo agli escursionisti percorsi suggestivi ma da percorrere con attenzione.

Protezione multilivello e gestione attenta
La Laurisilva di Madeira è oggetto di una rete articolata di tutele. La sua superficie, pari a circa 15.000 ettari, è inserita nel più vasto Parque Natural da Madeira e gode di protezione a livello regionale, nazionale ed europeo. È riconosciuta come Zona Speciale di Conservazione secondo la Direttiva Habitat dell’Unione Europea e come Zona di Protezione Speciale per gli uccelli. Parte del territorio è classificata come Riserva Integrale, dove ogni intervento umano è vietato, mentre un’altra parte è una Riserva Parziale, soggetta a regole più flessibili.

Sfide future e impegno nella conservazione
Nonostante le protezioni vigenti, restano alcune sfide da affrontare. Specie invasive provenienti da ex aree agricole ai margini della foresta minacciano l’equilibrio naturale e richiedono monitoraggio costante. Alcune concessioni regolamentate permettono ancora la raccolta di erica arborea in zone elevate, una pratica tradizionale che deve restare entro limiti sostenibili. È anche necessario vigilare sul turismo: con i suoi paesaggi scoscesi e sentieri esposti, la Laurisilva non si presta a strutture turistiche invasive. Invece, occorre investire in programmi educativi e interpretativi che accompagnino i visitatori alla scoperta del valore universale di questa foresta.

 

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