Il Monastero di Batalha

Un voto scolpito nella storia
Nel cuore del Portogallo, sorge uno dei più straordinari capolavori del gotico europeo: il Monastero domenicano di Batalha. La sua costruzione fu voluta dal re João I, in adempimento di un voto fatto alla Vergine dopo la vittoria nella battaglia di Aljubarrota, il 15 agosto 1385, contro i castigliani. Questo trionfo non solo consolidò l’indipendenza del Portogallo, ma inaugurò un progetto architettonico che nei secoli avrebbe incarnato il potere della monarchia e l’identità nazionale.

La grande navata e il cuore originario
Iniziamo il nostro percorso dalla chiesa, completata nel 1416, che presenta una navata alta e slanciata, articolata su due livelli: archi ampi al piano inferiore e finestre gotiche che diffondono la luce con austera eleganza.
Questo primo nucleo – insieme al chiostro reale, alla sala capitolare e alla cappella funeraria del fondatore, rappresenta l’essenza originaria del complesso. A questo si aggiungono, in tempi successivi, le affascinanti capelas imperfeitas, un ciclo di cappelle mai terminate, ornate con dettagli gotici fiammeggianti che anticipano lo stile manuelino, ricco e fantasioso.

Un portale che racconta
Varcando la facciata occidentale, ci accoglie uno dei portali più spettacolari d’Europa: un trionfo di sculture che narra la fede e il potere. Gli apostoli si ergono su piedistalli ai lati, mentre al centro Cristo in Maestà domina la scena, circondato dagli Evangelisti. Sei archi concentrici custodiscono figure di profeti, re, regine e angeli musicanti, culminando con l’Incoronazione della Vergine. Una narrazione scolpita nella pietra che introduce con forza il visitatore all’universo simbolico del monastero.

La memoria del fondatore
La Capela do Fundador, cappella funeraria di João I, è una meraviglia architettonica che unisce rigore geometrico e spiritualità. La pianta ottagonale inscritta in un quadrato è sovrastata da una lanterna a otto punte, che accentua la verticalità dell’ambiente. Qui riposano il re e la regina Filippa di Lancaster, simbolo dell’alleanza anglo-portoghese. Nelle nicchie laterali si trovano le tombe dei loro figli, tra cui quella dell’Infante Dom Henrique, meglio noto come Enrico il Navigatore, pioniere dell’era delle esplorazioni.

Un chiostro di pietra e luce
Nel chiostro reale si percepisce l’armonia tra funzione monastica e raffinatezza formale: le arcate traforate lasciano filtrare la luce come un ricamo nella pietra. Questo spazio, che riflette lo spirito contemplativo dell’ordine domenicano, rivela anche l’influenza dello stile manuelino, soprattutto nei trafori degli archi. L’intervento più celebre è quello di Mateus Fernandes il Vecchio, a cui si deve parte del linguaggio decorativo più innovativo del complesso.

Laboratorio di stili
Durante il regno di João III, nel Cinquecento, il maestro João de Castilho progetta un nuovo loggiato che coniuga elementi del Rinascimento con la tradizione gotica portoghese. È qui che Batalha si rivela come un autentico laboratorio stilistico, capace di assimilare e reinterpretare le influenze artistiche europee in un linguaggio nazionale coeso e riconoscibile.

Un’eredità viva e tutelata
Oggi il monastero si estende su un’area di quasi un ettaro. Interventi moderni, come la costruzione di strade a distanza di sicurezza e la piantumazione di barriere verdi, contribuiscono alla protezione del sito da agenti inquinanti. L’uso liturgico continuo della chiesa conferma la sua funzione religiosa e sociale nel presente, mantenendo vivo il legame con la comunità.

La sala del ricordo eterno
Tra i luoghi più toccanti c’è la sala capitolare, custodita dal 1921 da una guardia d’onore permanente. Qui arde una lampada simbolica, “la fiamma della patria”, accanto all’Altare del Milite Ignoto. Al suo interno si conserva il “Cristo delle Trincee”, mutilato nella Prima Guerra Mondiale, testimonianza silenziosa e intensa della memoria collettiva nazionale.

Un monumento in costante rinascita
Dal 1907 il complesso è riconosciuto come monumento nazionale. Tutti gli interventi di restauro sono condotti con criteri rigorosi da esperti, spesso formati presso la Scuola Nazionale di Arti e Mestieri di Batalha. L’attenzione al dettaglio riguarda anche il recupero delle vetrate istoriate e degli affreschi, restituendo splendore senza tradire la storia.

Conoscenza e tutela per il futuro
La gestione del monastero è affidata alla Direzione Generale del Patrimonio Culturale (DGPC), che cura annualmente un programma di conservazione. Un centro di interpretazione aperto al pubblico arricchisce l’esperienza del visitatore, offrendo approfondimenti storici e l’accesso a nuove aree del complesso.

Bellezza, fede e identità
Il Monastero di Batalha non è solo una meraviglia architettonica, ma un simbolo vivo dell’identità portoghese.
È il frutto di un’epoca che ha saputo fondere l’arte con la fede, la memoria con la visione politica, in un equilibrio che continua a parlare al nostro tempo.

 

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