Turchia, Gordio: la capitale perduta dei Frigi
Ci troviamo nel cuore dell’Anatolia centrale, a circa novanta chilometri da Ankara. Qui sorge Gordion, un sito archeologico che ci accompagna alla scoperta di una delle civiltà più affascinanti dell’Età del Ferro: quella dei Frigi.
La sua posizione strategica, al crocevia tra le potenze dell’est – come Assiri, Babilonesi e Ittiti – e quelle dell’ovest, ovvero Greci e Romani, ha reso questa città un punto nevralgico per i commerci e le relazioni culturali del mondo antico. Passeggiando tra le sue rovine, possiamo leggere le tracce di una civiltà che ha lasciato un’impronta significativa nella storia dell’antico Vicino Oriente.

Nel cuore della cittadella frigia
Entriamo nella cittadella dei Frigi attraverso un complesso di porte fortificate che si è conservato sorprendentemente bene: si erge ancora oggi con la sua muratura in pietra alta fino a dieci metri, risalente al X-VIII secolo a.C. All’interno troviamo edifici nobiliari decorati con i più antichi mosaici pavimentali policromi finora noti.
Proseguendo verso l’area industriale – il cosiddetto Complesso a Terrazza – scopriamo un imponente spazio destinato alla produzione alimentare e alla lavorazione tessile su larga scala. La struttura, lunga oltre cento metri, non ha eguali nel mondo antico. Le tecniche costruttive sono sorprendenti: i tetti, realizzati con travi in legno lunghe più di dieci metri e prive di supporti centrali, dimostrano un livello ingegneristico ardito e innovativo per l’epoca.

Paesaggi del potere
Uscendo dalla cittadella, ci ritroviamo circondati da un paesaggio unico, punteggiato da tumuli monumentali che raccontano il potere e lo status dei re frigi. Il più imponente è il Tumulus MM, noto anche come la Tomba di Mida. Con i suoi cinquantatré metri di altezza, custodisce al suo interno la più antica struttura lignea ancora in piedi al mondo, datata intorno al 740 a.C. Al suo interno è stato ritrovato anche l’arredo ligneo meglio conservato dell’antichità. Camminando tra questi tumuli, abbiamo l’impressione di attraversare un paesaggio rituale, pensato per celebrare l’autorità regale e per tramandare la memoria del potere.

Testimonianza unica della civiltà frigia
Gordion rappresenta la massima espressione sopravvissuta della civiltà frigia. Non solo fu centro politico e culturale, ma ci mostra l’eccellenza dei Frigi nell’architettura in legno, nella lavorazione del metallo e nell’arte dell’intaglio.
Ogni struttura, ogni oggetto ritrovato contribuisce a restituirci un’immagine coerente e viva di questa civiltà sviluppatasi nel cuore dell’Anatolia durante l’Età del Ferro.

Un sito integro e ben conservato
L’area archeologica conserva ancora tutte le sue caratteristiche fondamentali, permettendoci di comprenderne il valore storico e culturale. Il programma di conservazione a lungo termine sta garantendo il recupero progressivo delle zone scavate. Nonostante alcuni tumuli minori siano stati danneggiati da attività agricole profonde, sono in corso misure per proteggerli e impedirne il deterioramento. Nel complesso, il sito conserva un alto livello di integrità e ci permette di apprezzarne la struttura originaria.

Autenticità radicata nel tempo
Dopo settant’anni di scavi e studi, possiamo affermare che l’autenticità del sito è eccezionalmente alta.
I resti archeologici, spesso ben conservati, raccontano con chiarezza la storia del luogo. Gli interventi di consolidamento sono stati realizzati con attenzione e sulla base di una documentazione accurata, permettendo ai visitatori di osservare le strutture senza alterazioni significative rispetto al loro stato originario.

Tutela e gestione consapevole
Gordion gode della massima tutela prevista dalla normativa turca in materia di beni culturali. È riconosciuto come area archeologica di primo e terzo grado e ogni progetto di sviluppo nelle aree circostanti è soggetto a severe restrizioni. Il piano di gestione prevede il coinvolgimento attivo della comunità locale e garantisce che le misure di conservazione siano efficaci e sostenibili. Allo stesso tempo, sono attivi meccanismi per prevenire scavi illegali e per sostenere le attività agricole compatibili con la tutela del patrimonio archeologico. Tutto questo contribuisce a proteggere l’autenticità e l’integrità di un sito che continua a restituirci preziose testimonianze della civiltà frigia.

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